La sera del 30 ottobre, la comunità di ex studenti e colleghi dell’Istituto Magistrale Sebastiano Satta di Nuoro ha appreso con profondo dolore la notizia della scomparsa della professoressa Franca Marchi in Satta. Docente di filosofia, pedagogia e psicologia, Franca Marchi ha lasciato un segno indelebile in innumerevoli generazioni di studenti, molti dei quali si sono a loro volta affermati nell’insegnamento o in altri importanti ambiti professionali.

Franca Marchi e gli allievi della sezione B 1975 (foto Dante Floris)
La sua figura viene ricordata non solo per l’eccellente preparazione culturale, ma soprattutto per la sua straordinaria umanità e un approccio all’insegnamento rivoluzionario. Come testimoniano i suoi ex allievi, la professoressa Marchi vedeva la cattedra “solo come un arredamento”, preferendo stare in mezzo agli alunni, con un metodo che puntava a coinvolgere, attualizzare le materie e stimolare un autentico senso critico.
L’IMPEGNO OLTRE LA SCUOLA – Attiva in importanti incarichi nel volontariato cattolico, la professoressa Marchi ha incarnato un modello di vita improntato alla prossimità e all’apertura. Non temeva il confronto, anche con chi aveva ideali diversi, e la sua attenzione era sempre rivolta “verso gli altri, le persone senza voce alle quali ha dato voce, gli ultimi.”
Un episodio particolarmente significativo, ricordato da un suo ex allievo, narra di un incontro fortuito alla Stazione Termini con una sua ex studentessa, caduta in disgrazia e costretta a vivere per strada. L’intervento discreto e risoluto della Marchi, che allertò le forze dell’ordine e la rassicurò, permise alla ragazza di riconquistare la propria dignità, riprendere gli studi e diventare a sua volta insegnante, mantenendo un grato rapporto con la sua ex docente. Questa storia è l’emblema del suo impegno: la pedagogia vissuta come missione di recupero e formazione completa della persona.
IL RAPPORTO CON GLI STUDENTI – Il segno più tangibile dell’impatto della professoressa Marchi è la continuità del rapporto umano e intellettuale che ha saputo instaurare, mantenendo i contatti con molti dei suoi ex alunni anche a decenni di distanza. Momenti conviviali, come quelli trascorsi dalla classe 2°B dell’anno scolastico 1975 di cui io facevo parte, sono diventati occasioni preziose per ritrovarsi e condividere ricordi, spesso all’insegna della sua inconfondibile ironia.
Anche in momenti più personali, come un incontro casuale in attesa del bus per il Monte Ortobene in occasione della Festa del Redentore, l’interesse della professoressa si concentrava ancora sui suoi ragazzi e sui loro destini, ricordando aneddoti di classe con leggerezza, come lo scambio ironico con un allievo come me “comunista e ateo” che la esortava a “allontanarsi dai preti”.
Oggi pomeriggio, la chiesa di San Giuseppe si prepara ad accogliere quanti vorranno darle l’ultimo saluto. Accanto a famigliari e parenti, saranno presenti le generazioni di alunni che ha formato, gli amici delle associazioni e tutti coloro che l’hanno apprezzata, anche pur con ideali diversi.
“Penso, forse con la tua ironia starai dicendo: ‘Sono riuscita a farti entrare in chiesa’.” Addio Franca Marchi, la professoressa che ha fatto parte della vita dei suoi studenti in una fase cruciale della loro crescita. Un grande vuoto resta in chi l’ha conosciuta e apprezzata.
di Franceschino Nieddu
