La Corte dei Conti ha respinto la delibera Cipess per il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, negando il visto di legittimità. La decisione è stata motivata da una serie di rilievi, tra cui criticità sulle coperture finanziarie, l’affidabilità delle stime di traffico e la corretta conformità procedurale.
Il Governo ha reagito con estrema fermezza: la premier Giorgia Meloni ha definito il provvedimento della Corte un “ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo” mentre il ministro e vicepremier Matteo Salvini ha liquidato la bocciatura come una “scelta politica e un grave danno per il Paese“, ribadendo la ferma intenzione di “andare avanti” con l’opera.
Lo scontro ha alimentato le critiche delle opposizioni, con Elly Schlein che ha accusato Meloni di voler porsi “al di sopra delle leggi“. Esulta il leader di AVS Angelo Bonelli, tra i principali oppositori dell’opera: “Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere” così come un altro esponente dell’Opposizione, Marco Simiani (PD), ha incalzato Salvini duramente, ma senza menzionare direttamente le dimissioni: “Gravissimo e ignobile che Salvini attacchi la Corte invece di assumersi le proprie responsabilità”.
Nonostante il blocco, il Governo ha una via d’uscita: la legge, infatti, consente al Consiglio dei ministri di deliberare nuovamente l’atto per interessi pubblici superiori. In tal caso, la Corte apporrà un “visto con riserva”, permettendo al progetto di proseguire, ma obbligando il Governo a riferire al Parlamento, assumendosi pienamente la responsabilità politica della scelta.
