NUORO – Un’importante iniziativa promossa dalla sezione di Nuoro “Giorgio Asproni” dell’A.M.I. (Associazione Mazziniana Italiana) riaccende i riflettori sul profondo legame culturale tra il poeta Sebastiano Satta e lo scultore Francesco Ciusa, e sulle sorti della casa natale del Vate di Atene Sarda.
L’appuntamento è fissato per giovedì 30 ottobre 2025, alle ore 18,00, presso la saletta del Caffè letterario del “Bar Cambosu”, in via Mons. Bua. Tema centrale dell’incontro, che rientra nel progetto AMI “Memoria viva”, è: “La scultura perduta: Il Fuoco di Francesco Ciusa per la casa del poeta Sebastiano Satta”. L’iniziativa mira a sostenere il patrimonio cittadino con lo slogan: “Sebastiano Satta patrimonio della città di Nuoro | Dignità per la sua figura | Futuro per la casa natale”.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Nuoro visse un periodo di straordinario fermento culturale, alimentato da figure come Satta, Grazia Deledda e Ciusa. Al centro di questa rinascita artistica, l’amicizia fraterna tra il poeta-avvocato e il giovane scultore plasmò l’arte e il sogno di un’Isola. Di questo intenso sodalizio resta il ricordo di un’opera avvolta nel mistero: Il fuoco, un altorilievo di Francesco Ciusa, oggi disperso, che originariamente si trovava sopra il camino nella casa nuorese di Sebastiano Satta.
L’opera, che fondeva verismo dei dettagli e simbolismo della composizione, è ipotizzata risalire a un periodo antecedente al 1908, forse un dono per le nozze del poeta nel 1905. Il fuoco era inteso non solo come augurio per la nuova vita coniugale, ma anche come metafora del fuoco sacro dell’arte e dell’impegno civile che univa i due artisti, rendendoli l’anima pulsante di un’intera isola. Sebbene dispersa, l’immagine degli uomini che si scaldano al focolare rappresenta perfettamente l’amicizia che alimentò reciprocamente l’arte di Ciusa e la poesia di Satta.
LA QUESTIONE DELLA CASA NATALE – L’evento sarà anche un’occasione per affrontare pubblicamente lo stato di abbandono in cui versa la casa natale di Sebastiano Satta. L’obiettivo dell’A.M.I. è quello di sollecitare le autorità competenti affinché venga rispettata la destinazione d’uso prevista in fase di acquisizione e ristrutturazione, finanziata con significativi investimenti pubblici, e che resta tuttora inutilizzata. Sul tema e sull’opera perduta dialogheranno lo storico dell’arte Carlo Maccioni e Annico Pau, presidente dell’associazione mazziniana nuorese.
