L’aumento dell’imposta sostituiva sugli affitti turistici, previsto in Manovra, rischia di tagliare l’offerta di case vacanza sull’isola e di spingere i prezzi al rialzo. Gli operatori temono un danno alla competitività
Il Governo interviene sulla fiscalità degli affitti brevi, e in Sardegna scatta l’allarme rosso. La Manovra Finanziaria prevede infatti l’innalzamento dell’aliquota della cedolare secca per le locazioni turistiche, che sale dal 21% al 26% (in principio dal secondo immobile). Questa mossa, volta a riordinare il settore e contrastare l’eccesso di offerta, si scontra con la realtà dell’Isola dove le case vacanza sono un pilastro fondamentale dell’accoglienza.
RISCHIO AUMENTO PREZZI E SOMMERSO – L’incremento di cinque punti percentuali sulla tassazione riduce drasticamente i margini di guadagno per migliaia di proprietari sardi. Le associazioni di categoria esprimono forte preoccupazione, segnalando due effetti collaterali immediati:
- Crollo dell’offerta: molti piccoli proprietari potrebbero decidere di ritirare gli immobili dal mercato degli affitti brevi, ritenendolo non più conveniente.
- Rincari per i tiuristi: per compensare l’onere fiscale, i costi saranno probabilmente riversati sui prezzi finali, rendendo la Sardegna meno competitiva rispetto ad altre destinazioni turistiche.
Il timore più grande è che, anziché favorire gli affitti a lungo termine, la stretta spinga una parte dell’offerta nel mercato sommerso, vanificando gli sforzi di trasparenza legati all’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN). In un momento cruciale per il riposizionamento turistico, quindi, l’Isola guarda alla Manovra con apprensione, sperando in correzioni che evitino una penalizzazione eccessiva per uno dei suoi settori economici vitali.
