La Sardegna si mobilita contro il rischio di vedere ulteriormente ridotto il numero delle proprie autonomie scolastiche. Il Gruppo Consiliare Regionale “Uniti per Alessandra Todde” lancia un appello forte, denunciando gli effetti distorsivi dei criteri nazionali di dimensionamento scolastico su un territorio già fragile e in lotta contro lo spopolamento.

Sebastian Cocco (foto S.Novellu)
L’Onorevole Sebastian Cocco, a nome del Gruppo che include anche gli On. Giuseppe Frau e Valdo Di Nolfo, ha espresso “forte preoccupazione” per la contrazione prevista: le autonomie scolastiche sarde sono destinate a passare da 232 a 223, una riduzione che, secondo i consiglieri, colpirà duramente le aree che più necessitano di stabilità e presidio educativo.
«Ancora una volta la Sardegna, soprattutto nelle aree interne e più isolate come il territorio nuorese, subisce gli effetti di logiche numeriche pensate per territori completamente diversi dal nostro», dichiara l’On. Cocco. Ha sottolineato come la regione sia “frammentata, complessa e interessata da un marcato fenomeno di spopolamento,” rendendo i criteri standard inadeguati e penalizzanti.
SCUOLE E SPOPOLAMENTO – Il cuore della battaglia politica risiede nella difesa e nel rafforzamento delle deroghe previste per aree montane, interne, per l’insularità e per motivazioni sociali ed educative. «Le deroghe devono essere non solo difese ma rafforzate, perché dietro ogni numero c’è un paese, una comunità, una generazione», incalza Cocco, che vede nella scuola di prossimità non solo una questione di organici, ma un vero e proprio “diritto allo studio e, di conseguenza, di diritto al progresso” per le comunità sarde.
LA SCUOLA AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA – Il Gruppo “Uniti per Alessandra Todde” invita a sfruttare l’attuale fase di revisione dello Statuto regionale per blindare il futuro della scuola sarda.
«Grazie al lavoro della Presidente Alessandra Todde con il Governo nazionale e della Commissione speciale per le leggi statutarie, la scuola sarda deve tornare al centro dell’agenda politica regionale», ha aggiunto l’onorevole
La richiesta è chiara: servono criteri territoriali propri, la sostituzione delle “misure d’emergenza annuali” con piani triennali stabili, e soprattutto la difesa del diritto delle comunità a mantenere scuole di prossimità. Il monito conclusivo di Cocco è netto: «Perché una scuola chiusa è un paese che si spegne».
