Consulta: illegittima ordinanza di decadenza. Todde resta presidente

Salvatore

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Consulta: illegittima ordinanza di decadenza. Todde resta presidente

mercoledì 15 Ottobre 2025 - 10:51
Consulta: illegittima ordinanza di decadenza. Todde resta presidente

Alessandra Todde (foto S.Novellu)

La presidente della regione Sardegna, Alessandra Todde, resta in carica. È questo il risultato finale delle due sentenze depositate dalla Corte costituzionale, che è intervenuta sul complesso caso della sua decadenza. I giudici hanno in sostanza interrotto il procedimento avviato dagli organi regionali.

La Corte ha affrontato due questioni distinte, giungendo a conclusioni che blindano la posizione di Todde. Nel primo pronunciamento, il collegio della Consulta ha dichiarato l’incostituzionalità dell’ordinanza emessa dal collegio regionale di garanzia, in quanto qesto atto imponeva al consiglio regionale di procedere con la votazione sulla decadenza della presidente. I giudici hanno chiarito che il collegio di garanzia ha esorbitato dai suoi poteri, causando una “menomazione delle attribuzioni costituzionalmente garantite alla Regione autonoma della Sardegna“. La Corte ha stabilito che non spettava al collegio regionale di garanzia elettorale “imporre la decadenza del presidente della Regione, sulla base di fattispecie non riconducibili a quelle indicate dall’art. 15, commi 8 e 9, della legge n. 515 del 1993″. Di fatto, solo la multa originariamente inflitta alla presidente Todde rimane in piedi, mentre il procedimento di decadenza si interrompe.

La seconda sentenza ha invece dichiarato inammissibile il quesito relativo al conflitto di attribuzione sollevato tra il consiglio regionale e gli organi dello Stato, rappresentati in questo caso dal tribunale civile di Cagliari e dallo stesso collegio regionale di garanzia. Nel verdetto sul ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri, la Consulta ha ribadito che non spettava allo Stato (e per esso, al collegio regionale di garanzia) “di affermare, nella motivazione della ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, che «si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto»”.

La Corte costituzionale ha precisato che la sua decisione lascia impregiudicata “la questione relativa alla possibilità di riqualificazione dei fatti, che è rimessa al giudice civile, competente per il giudizio di opposizione all’ordinanza-ingiunzione”. Il doppio giudizio della Corte stabilisce in maniera definitiva che il procedimento di decadenza si arresta in questa fase.

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