OPERAZIONE “TERMINE”: Un’imponente operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Cagliari, coordinata dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), ha scosso l’intera Sardegna. Il maxi-blitz, denominato “Termine”, ha portato all’emissione di 59 misure cautelari—50 in carcere e 9 ai domiciliari—contro due distinte e potenti organizzazioni criminali specializzate nel traffico di droga.
L’intervento, che ha visto l’impiego di oltre 400 carabinieri, ha colpito non solo l’Isola (con perquisizioni a Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari), ma si è esteso anche sulla Penisola, toccando Roma, Pisa, Biella, Vicenza e Macerata.
IL RUOLO CHIAVE DELLA CRIMINALITÀ ALBANESE – Le indagini hanno svelato una rete complessa e ben oliata. Le due associazioni smantellate, sebbene radicate in Sardegna, erano strettamente collegate alla criminalità albanese operante in Toscana e Veneto, fungendo da cerniera tra l’approvvigionamento e la distribuzione.Il Primo Gruppo si occupava della fase di reperimento e distribuzione di stupefacenti, principalmente cocaina ed eroina, su scala nazionale per poi saturare il mercato sardo. Il Secondo Gruppo, definito “strumentale”, giocava un ruolo logistico cruciale: era composto da camionisti professionisti incaricati di trasportare i massicci carichi di droga dai fornitori albanesi all’Isola, gestendo anche il saldo in contanti per le successive forniture. La filiera criminale, che comprendeva italiani e stranieri già noti alle forze dell’ordine, dovrà ora rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione e spaccio, oltre che di porto e detenzione abusiva di armi da sparo.
L’operazione “Termine” segna un duro colpo inferto a un giro d’affari milionario che da tempo inquinava la quotidianità delle piazze isolane, compresa quella del Nuorese, dimostrando la profonda e pericolosa ramificazione del narcotraffico internazionale in Sardegna.
