Coldiretti ritiene che le accuse di dumping da parte degli Stati Uniti mascherino una volontà di spingere la produzione negli USA
La minaccia di nuovi dazi USA del 107% sull’esportazione di pasta italiana accende un serio campanello d’allarme per i consumatori anche nel nostro Paese. Secondo Assoutenti, il possibile crollo delle esportazioni verso il mercato americano potrebbe spingere i produttori a recuperare i mancati guadagni alzando i prezzi sui listini al dettaglio italiani.
Il timore di un ulteriore rincaro si innesta su una situazione già critica. Assoutenti ha condotto una breve indagine sui prezzi interni e ha rilevato che la pasta di semola di grano duro costa in media 1,84 euro al chilo in Italia. Questo valore rappresenta un incremento del 24,2% rispetto a settembre 2021, un aumento dovuto in gran parte alle conseguenze della guerra in Ucraina, alla crisi delle materie prime e al caro-energia. “La guerra in Ucraina, la crisi delle materie prime unitamente al caro-energia ha portato al rialzo i costi di tale prodotto simbolo del nostro Paese. E i pericoli per i consumatori non sono finiti,” sottolinea l’associazione.
DISPARITÀ REGIONALI – L’analisi di Assoutenti, basata sui dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, evidenzia una notevole disparità di prezzi tra le città italiane: Pescara risulta la città più cara, con una media di 2,15 euro/kg mentre Palermo è la più economica, con un prezzo medio di 1,33 euro/kg. Anche Ancona (2,08 euro/kg), Cagliari (2,05 euro/kg) e Firenze (2,03 euro/kg) superano la soglia dei 2 euro al chilo. Curiosamente, la Capitale si rivela più costosa del capoluogo lombardo: a Roma si paga in media 1,97 euro/kg, contro 1,79 euro/kg di Milano.
DAZI USA – Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, lancia un chiaro avvertimento: “Una eventuale imposizione di dazi al 107% sulla pasta italiana rischia di determinare nuovi rincari anche sul nostro territorio“. La logica è semplice: se le esportazioni verso gli Stati Uniti crollassero, le perdite subite dai produttori “potrebbero essere recuperate rialzando i listini al dettaglio sul mercato interno, con danni economici evidenti per le famiglie italiane“. L’associazione chiede attenzione e misure volte a tutelare il potere d’acquisto delle famiglie di fronte a questa nuova, potenziale minaccia economica per un alimento fondamentale della dieta nazionale.
COLDIRETTI – Sarebbe un colpo mortale per il Made in Italy un dazio USA del 107% sulla pasta italiana, che raddoppierebbe il costo di un primo piatto per le famiglie americane e aprirebbe un’autostrada ai prodotti “Italian sounding”, favorendo le imitazioni e penalizzando le nostre imprese.
