Allarme pasta: con i nuovi dazi USA a rischio rincari anche in Italia

Salvatore

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Allarme pasta: con i nuovi dazi USA a rischio rincari anche in Italia

lunedì 06 Ottobre 2025 - 08:57
Allarme pasta: con i nuovi dazi USA a rischio rincari anche in Italia

Coldiretti ritiene che le accuse di dumping da parte degli Stati Uniti mascherino una volontà di spingere la produzione negli USA 

La minaccia di nuovi dazi USA del 107% sull’esportazione di pasta italiana accende un serio campanello d’allarme per i consumatori anche nel nostro Paese. Secondo Assoutenti, il possibile crollo delle esportazioni verso il mercato americano potrebbe spingere i produttori a recuperare i mancati guadagni alzando i prezzi sui listini al dettaglio italiani.
Il timore di un ulteriore rincaro si innesta su una situazione già critica. Assoutenti ha condotto una breve indagine sui prezzi interni e ha rilevato che la pasta di semola di grano duro costa in media 1,84 euro al chilo in Italia. Questo valore rappresenta un incremento del 24,2% rispetto a settembre 2021, un aumento dovuto in gran parte alle conseguenze della guerra in Ucraina, alla crisi delle materie prime e al caro-energia. “La guerra in Ucraina, la crisi delle materie prime unitamente al caro-energia ha portato al rialzo i costi di tale prodotto simbolo del nostro Paese. E i pericoli per i consumatori non sono finiti,” sottolinea l’associazione.

DISPARITÀ REGIONALI – L’analisi di Assoutenti, basata sui dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, evidenzia una notevole disparità di prezzi tra le città italiane: Pescara risulta la città più cara, con una media di 2,15 euro/kg mentre Palermo è la più economica, con un prezzo medio di 1,33 euro/kg. Anche Ancona (2,08 euro/kg), Cagliari (2,05 euro/kg) e Firenze (2,03 euro/kg) superano la soglia dei 2 euro al chilo. Curiosamente, la Capitale si rivela più costosa del capoluogo lombardo: a Roma si paga in media 1,97 euro/kg, contro 1,79 euro/kg di Milano.

DAZI USA – Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, lancia un chiaro avvertimento: “Una eventuale imposizione di dazi al 107% sulla pasta italiana rischia di determinare nuovi rincari anche sul nostro territorio“. La logica è semplice: se le esportazioni verso gli Stati Uniti crollassero, le perdite subite dai produttori “potrebbero essere recuperate rialzando i listini al dettaglio sul mercato interno, con danni economici evidenti per le famiglie italiane“. L’associazione chiede attenzione e misure volte a tutelare il potere d’acquisto delle famiglie di fronte a questa nuova, potenziale minaccia economica per un alimento fondamentale della dieta nazionale.

COLDIRETTI – Sarebbe un colpo mortale per il Made in Italy un dazio USA del 107% sulla pasta italiana, che raddoppierebbe il costo di un primo piatto per le famiglie americane e aprirebbe un’autostrada ai prodotti “Italian sounding”, favorendo le imitazioni e penalizzando le nostre imprese.

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