NUORO – Una veglia di dolore, rabbia e determinazione ha unito Nuoro al resto d’Italia, ieri sera, di fronte all’ospedale San Francesco. Circa 230 tra operatori sanitari, colleghi e semplici cittadini si sono ritrovati per un presidio toccante, non solo per esprimere la loro vicinanza al popolo palestinese, ma per onorare la memoria dei 1677 operatori sanitari caduti sotto gli attacchi in Palestina.
L’iniziativa, che si è svolta nell’ambito di una più ampia organizzata a livello nazionale davanti agli ospedali, è stata introdotta da Beatrice Percivale che ha subito messo in chiaro il senso della mobilitazione: chiedere la cessazione del genocidio in atto.

Nuoro, flash mob all’ospedale San Francesco (foto Nieddu)
Un muro di silenzio e luce per i colleghi caduti – Alle ore 20:30, il piazzale dell’ospedale è stato illuminato dalle torce dei telefonini e da lumicini, creando un’atmosfera carica di commozione. Numerosi operatori sanitari in camice bianco hanno ascoltato in silenzio la lettura ad alta voce dei nomi dei colleghi uccisi.
I colleghi dell’ASL 3 di Nuoro, con le lacrime agli occhi e un senso di tristezza palpabile, hanno voluto esprimere il loro ricordo e la loro vicinanza ai sanitari in Palestina, impegnati in prima linea a salvare vite in condizioni drammatiche, spesso senza medicinali adeguati e in ambulatori di fortuna a causa dei bombardamenti sugli ospedali.

Nuoro, flash mob all’ospedale San Francesco (foto Nieddu)
Lotta per l’umanità e l’ipocrisia smascherata La manifestazione ha voluto anche marcare la solidarietà verso i volontari della Global Sumud Flotilla, il cui coraggio, è stato affermato, ha contribuito a smascherare l’ipocrisia e la complicità di molti governi, compreso quello italiano.

Nuoro, flash mob all’ospedale San Francesco (foto Nieddu)
“Il compito dei sanitari è difendere la salute, il loro spirito di servizio è quello di prendere parte, nella cura per il diritto alla vita, la difesa dell’umanità,” ha ribadito Percivale, aggiungendo un monito deciso: “Un genocidio non si può normalizzare. I sanitari non saranno mai complici e non si fermeranno, sono a fianco dei movimenti di solidarietà con la Palestina”.
La protesta ha ricordato la grave situazione di 361 sanitari palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, vittime di arresti, torture e detenzione senza processo, per i quali è stata chiesta l’immediata liberazione.
La manifestazione, nata per “Illuminare la notte e fare luce a Gaza” e per onorare chi è caduto curando i feriti, si è conclusa con l’unisono degli slogan “Palestina Libera” e il canto simbolo della resistenza “Bella Ciao”.
