La Global Sumud Flotilla, diretta a Gaza per rompere l’assedio, sta navigando in acque internazionali ed è entrata nella zona ad alto rischio, l’area in cui le precedenti missioni sono state intercettate dalla Marina israeliana. Nelle ultime ore, la Flotilla ha segnalato un progressivo avvicinamento alla costa, passando da 145 a poco più di 120 miglia nautiche da Gaza. L’attività di monitoraggio dei droni è aumentata e gli attivisti hanno riferito, tramite aggiornamenti postati sui social, di manovre di intimidazione da parte di navi israeliane, sebbene non sia ancora avvenuto alcun abbordaggio.
A 150 miglia dalla costa, la fregata Alpino della Marina Militare Italiana ha inviato l’ultimo “alert” come stabilito dal Governo italiano, ma la Flotilla ha scelto di non fermarsi. Poco dopo, un’imbarcazione militare israeliana si è avvicinata pericolosamente ad Alma, la nave madre che guida la flotta. Sui social media della Flotilla è stata segnalata “Emergenza su Alma dovuta a una nave estremamente vicina”. L’equipaggio ha suonato la sirena, chiedendo ai partecipanti di mantenere la calma, mentre la flotta metteva in atto i protocolli di emergenza per un’intercettazione. A 130 miglia, altre imbarcazioni militari israeliane si sono avvicinate a luci spente. Sebbene nessun’imbarcazione sia stata fermata, i sistemi di comunicazione di diverse navi, inclusa la Sirius e la nave madre Alma, hanno smesso di funzionare, apparentemente dopo essere state oggetto di “manovre” da parte delle navi israeliane. Dopo circa un’ora di sosta, la flotta ha ripreso la navigazione.
Nonostante le minacce e le “tattiche intimidatorie di Israele“, gli attivisti proseguono la rotta e hanno temporaneamente ridotto il livello di allerta, lasciando il ponte delle imbarcazioni pur restando vigili. Il loro obiettivo primario resta quello di proseguire la missione fino a Gaza per scaricare gli aiuti, reiterando l’invito a tenere sempre gli occhi puntati sulla missione e su Gaza. La Flotilla ribadisce che qualsiasi atto di forza intrapreso in acque internazionali sarà ritenuto un “crimine” e una “violazione del diritto internazionale”. La situazione rimane al momento in evoluzione, con la forte preoccupazione per un imminente intervento delle forze israeliane che potrebbe culminare nell’abbordaggio e nella deportazione degli attivisti.
