Le biblioteche in carcere nell’ambito della funzione rieducativa della pena. È il tema del convegno in programma il 3 e 4 ottobre, a Nuoro, nell’auditorium della biblioteca “Satta”. L’iniziativa è stata presentata questa mattina dal direttore della “Satta”, Gian Carlo Marcialis, e da Francesca Cadeddu, rappresentante dell’Aib, l’associazione italiana delle biblioteche.
LA REALTÀ DELLE BIBLIOTECHE CARCERARIE – In collegamento anche il contributo di Maria Pia Cacace, che è membro del Gruppo biblioteche carcerarie. La realtà della presenza delle biblioteche in carcere è fatta di luci e ombre, secondo il quadro delineato questa mattina durante la conferenza stampa. «Per quanto riguarda la nostra biblioteca – ha detto il direttore della “Satta”, Marcialis – stiamo cercando di potenziarne la presenza a “Badu ‘e Carros”, a iniziare dalla crescita del prestito dei libri. Per quanto riguarda le iniziative dirette all’interno del penitenziario – ha aggiunto – certe volte si scontrano con la necessità di autorizzazioni, che devono passare attraverso un lungo iter burocratico, di competenza del Provveditorato regionale delle carceri». La materia dal 2013 è contenuta all’interno di un protocollo, «la cui attuazione non è però certo ancora soddisfacente, visto che il numero delle biblioteche negli istituti di pena non è sufficiente». Sul lavoro concreto degli operatori bibliotecari nelle carceri, si è soffermata Cacace: «Svolgono un’attività di supporto per superare l’analfabetismo funzionale, per cui il detenuto spesso non è in grado di leggere e comprendere un testo. Animano inoltre il confronto – ha aggiunto – e danno la possibilità ai detenuti di raccontarsi, che è tra loro un’esigenza molto sentita».
IL CONVEGNO– Questioni al centro degli interventi del convegno, previsti per l’intera giornata del 3 ottobre e nella mattinata del giorno successivo. L’appuntamento è promosso dall’Abi, dal Dgbic (Direzione generale biblioteche e Istituti culturali), insieme al biblioteca “Satta”.
