NUORO – La crisi idrica morde il Centro Sardegna. I principali invasi della regione sono ormai in condizioni di pre-allerta a causa della prolungata assenza di precipitazioni, costringendo il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale a drastiche misure restrittive.
I dati sono allarmanti: l’invaso di Maccheronis e quello di Pedra ‘e Othoni, fondamentali per l’irrigazione dei campi e l’utenza idropotabile di parte del Nuorese, registravano al 26 settembre appena 4,2 milioni di metri cubi d’acqua ciascuno. Un volume svuotato per oltre il 70% rispetto alla piena capacità.
TAGLI ALL’IRRIGAZIONE – Di fronte a questa emergenza, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio ha deliberato un’immediata riduzione delle risorse. “Visti i dati forniti dagli uffici – spiega il direttore generale Sebastiano Bussalai – abbiamo deciso di ridurre del 50% le finestre orarie per l’irrigazione su entrambi i bacini.”
Nonostante la massima disponibilità d’acqua sia stata garantita per soddisfare il fabbisogno della primavera e dell’estate, anche in piena stagione turistica, i vertici dell’ente guardano con preoccupazione al futuro. “La disponibilità attuale soddisfa una richiesta annuale – sottolinea il presidente Ambrogio Guiso – ma i cambiamenti climatici hanno ampliato i cicli di siccità. Abbiamo bisogno di diverse modalità di programmazione e di altre scorte che ci permettano di pianificare su base almeno biennale”.
LA SOLUZIONE – La siccità e l’assenza prolungata di piogge sono un problema destinato a ripetersi con sempre maggiore frequenza. Per il Consorzio, l’unica soluzione strutturale per la Baronia è la rapida realizzazione del secondo invaso, quello di Abba Luchente.
Il progetto, la cui fattibilità è stata messa in discussione per via della sua ricaduta all’interno del Parco di Tepilora, può e deve trovare consenso, secondo Guiso. Per dimostrarlo, una delegazione consortile ha visitato nei giorni scorsi la diga di Ridracoli, in Emilia Romagna, un esempio di infrastruttura idrica inserita in un contesto ambientale protetto.
“In Sardegna abbiamo toccato con mano la drammaticità delle restrizioni idriche – concludono i vertici del Consorzio. Abbiamo anche visto quanta acqua viene persa quando le piogge scendono copiose. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra le azioni necessarie per vivere in questa zona tutto l’anno e programmare con tranquillità agricoltura e turismo, e il rispetto sacrosanto del nostro territorio. Ridracoli ne è un esempio palpabile”.
