NUORO. Dopo quasi dodici anni dal tragico evento che vide la Sardegna piegata dalla furia del ciclone Cleopatra nel novembre 2013, si chiude con un’ondata di assoluzioni il processo in primo grado per le responsabilità dei crolli del ponte di Oloè, del cedimento degli argini del Rio Posada e del ponte Sologo a Galtellì, che causarono la morte del poliziotto Luca Tanzi e della pensionata Maria Frigiolini.

La riapertura del ponte di Oloè nel 2020 (foto S.Novellu)
l giudice monocratico del tribunale di Nuoro, Elena Meloni, ha accolto la richiesta del Pm Ireno Satta, scagionando con formula piena la quasi totalità dei 59 imputati, tra cui spicca l’ex presidente della provincia di Nuoro, Roberto Deriu. Le accuse, a vario titolo, andavano dall’omicidio colposo all’esondazione colposa di fiume.
Secondo quanto emerso in dibattimento e nelle richieste della Procura, l’evento calamitoso fu ritenuto di una portata eccezionale e, nella sua devastazione, non concretamente prevedibile nelle sue dimensioni e conseguenze, né gestibile in modo diverso con le regole e i mezzi dell’epoca.
Solo per l’ex sindaca di Torpè, Antonella Dalu, e per l’assessore Giancarlo Dui (deceduto nel frattempo), la situazione processuale relativa all’omicidio colposo di Maria Frigiolini si è risolta per intervenuta prescrizione.
La sentenza, pronunciata dopo un iter processuale complesso e la scelta di molti imputati di rinunciare alla prescrizione per veder riconosciuta la propria estraneità nel merito. Per le motivazioni della sentenza occorrerà attendere 90 giorni.
