Sono previsti per oggi gli accertamenti medici sul corpo di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa dal 41enne reo confesso Emanuele Ragnedda, che si trova attualmente rinchiuso nel carcere di Tempio Pausania. In attesa dei risultati degli esami e dei rilievi sul cadavere, che saranno cruciali per definire l’esatta dinamica del delitto e fornire e fornire nuove prove contro il reo confesso, emergono nuove informazioni su possibili complici dell’assassino.
IL RITROVAMENTO – Il corpo della donna, che era scomparsa dall’11 settembre, era stato trovato all’interno della tenuta di Ragnedda, tra Palau e Arzachena, nascosto vicino a un albero, con addosso solo una maglietta, ed esposto alle intemperie e agli attacchi degli animali selvatici. Al momento del ritrovamento da parte degli investigatori e dei carabinieri, guidati da Nicola Pinna (comandante territoriale di Olbia), le sue condizioni erano tali da impedirne il riconoscimento da parte dei familiari. Oggi gli esami sul corpo, tra cui è prevista anche la Tac, saranno improntati a capire se ci sia stata qualche colluttazione tra Cinzia Pinna e Ragnedda prima dell’uso dell’arma da fuoco con cui l’uomo ha confessato di averla uccisa.
LA CONFESSIONE – Ragnedda ha infatti sostenuto fin dal principio, alla presenza del proprio legale, di aver sparato per difendersi dopo essere stato aggredito dalla donna all’interno del casolare nella tenuta ConcaEntosa. L’uomo non ha però mai precisato quanti colpi di arma da fuoco abbia sferrato, altro elemento che verrà chiarito a seguito dell’autopsia e degli esami di oggi, a cui assisterà anche un consulente tecnico di parte, Ernesto D’Aloja, nominato da Luca Montella, legale che difende Ragnedda.
PRESUNTI COMPLICI – Intanto nel corso delle ultime ore sarebbero emerse nuovi elementi relativi al caso: sul luogo del delitto sarebbero stati presenti almeno due persone, che avrebbero aiutato il 41enne nel tentativo di ripulire la casa dal sangue della vittima e nell’occultazione dei suoi effetti personali, tra cui il telefono cellulare, non ancora rinvenuto.
