DORGALI – Il futuro del mare sardo, in delicato equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale. Questo il tema centrale del convegno “Il Futuro del Mare“, tenutosi ieri a Dorgali e organizzato da Europe Direct, in collaborazione con il Comune di Dorgali e l’Acquario di Cala Gonone. Al centro del dibattito la possibilità di trasformare le bellezze del Golfo di Orosei in una risorsa economica duratura, senza sacrificarne l’inestimabile biodiversità.

Dorgali, convegno sul mare (foto S.Novellu)
Il CONVEGNO – La sindaca di Dorgali, Angela Testone, ha aperto il dibattito evidenziando le numerose sfide che la sua comunità deve affrontare, sottolineando la necessità di far conciliare il turismo di massa con la fragilità dell’ecosistema marino e ambientale; ha richiamato, inoltre, l’attenzione sulla gestione dei trasporti e sul fenomeno dilagante dello sbarco di migranti sulle coste dorgalesi: ben tre sbarchi in un mese hanno reso questo tratto di costa sarda l’epicentro delle nuove rotte della disperazione.

Giuseppe Lupo, euro parlamentare PD (foto S.Novellu)
A seguire, l’europarlamentare Giuseppe Lupo, membro della Commissione pesca, ha focalizzato il suo intervento sulle risorse marittime e costiere, riconoscendo che il loro sviluppo è ostacolato dall’inquinamento. e ribadendo che questo problema è al centro dell’attenzione dell’Unione Europea, che sta lavorando attivamente per tutelare i mari e le coste del nostro continente. Il segretario generale della Camera di Commercio di Nuoro, Roberto Battaglia, collegato via web, ha sottolineato come le coste del Nuorese, invidiate per le loro meraviglie, siano un attrattore cruciale per il turismo sostenibile. Battaglia ha evidenziato il ruolo del polo nautico in Ogliastra, specializzato nella cantieristica a Tortolì, come un modello di sviluppo da valorizzare, capace di conciliare nautica e turismo.

Dorgali, convegno sul mare (foto S.Novellu)
Il vero fulcro del dibattito è stato l’intervento della divulgatrice scientifica Maria Sole Bianco, la quale ha lanciato un appello alla comunità locale per “riappropriarsi del mare”, sottolineando l’importanza di creare consapevolezza sulla protezione degli ecosistemi marini. L’Unione Europea ha un obiettivo ambizioso: proteggere almeno il 30% degli oceani e delle terre emerse entro il 2030, in linea con la convenzione di Rio. Secondo la Bianco, l’istituzione di un’Area Marina Protetta nel Golfo di Orosei non sarebbe solo un atto di tutela, ma un’opportunità di sviluppo. A sostegno di questa tesi ha citato l’esempio dell’Area Marina di Porcù nella zona di Marsiglia: “Per ogni euro investito dal Governo nell’Area Marina Protetta ne sono stati generati 92, grazie alle attività eco-sostenibili». Inoltre, la ricchezza di un’area protetta si traduce in una maggiore quantità e qualità del pescato, con benefici che si estendono anche alle zone circostanti.

Angela Testone, sindaca di Dorgali (foto S.Novellu)
L’Italia, che protegge solo il 10% delle sue acque, ha ancora molta strada da fare. Un fatto preoccupante se si considera l’allarme lanciato dalla stessa divulgatrice: l’aumento delle temperature marine e l’inquinamento potrebbero compromettere la pesca entro il 2050, rendendo l’industria insostenibile. La riflessione finale, ispirata a Jean Cousteau, è un monito: “Si protegge ciò che si ama”. E il Golfo di Orosei ha tutte le carte in regola per diventare un esempio di come amore per il mare e sviluppo economico possano viaggiare di pari passo.
Nel corso della giornata si sono susseguiti tanti altri relatori che hanno fatto il punto sulla conoscenza del territorio, educazione e sensibilizzazione ambientale, Governance integrata del mare, ambiente come motore di sviluppo locale e gli esempi virtuosi in Sardegna come l’Isola di Tavolara.
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