La lotta contro la Dermatite Nodulare Contagiosa (LSD) in Sardegna si intensifica, con numeri che disegnano un quadro sempre più preoccupante. Secondo i dati forniti dal BENV – Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario, su 2.526 bovini presenti negli allevamenti colpiti dai focola a oggi, ben 681 sono stati abbattuti e 109 sono deceduti a causa della malattia.

L’ORDINANZA DEL TAR E LA LOGICA DELLO STAMPING OUT – Questa strategia è stata avallata dal Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna (TAR), che ha respinto il ricorso di tre società agricole( due nuoresi e una di Padru) che chiedevano la sospensione dell’ordinanza di abbattimento totale.
L’ordinanza del TAR, in linea con le normative europee, definisce la LSD come una “malattia di categoria A”, che impone l’abbattimento immediato di tutti gli animali dell’allevamento infetto per evitare il rischio di diffusione. La pronuncia del TAR sottolinea come le particolari modalità di contagio e la velocità di diffusione della malattia non permettano alternative allo “stamping out”. Viene specificato che neppure la vaccinazione, pur essendo una misura di contenimento, può sostituire l’obbligo di abbattimento nei focolai confermati, limitandosi a un eventuale rinvio.
IL COSTO ECONOMICO E LA PREOCCUPAZIONE DEGLI ALLEVATORI – La decisione giudiziaria, che dà priorità alla salute pubblica e zooprofilattica rispetto all’interesse economico delle singole aziende, è un duro colpo per gli allevatori sardi. Sebbene la Legge Regionale 18 agosto 2025, n. 22, preveda un indennizzo per i capi abbattuti, il danno economico e la perdita del patrimonio zootecnico sono immensi.
La situazione in Sardegna resta complessa e l’approccio rigido adottato, seppur supportato da regolamenti comunitari e decisioni giudiziarie, solleva interrogativi e preoccupazioni tra gli operatori del settore, che vedono il loro lavoro e i loro investimenti minacciati da una malattia la cui gestione sta avendo un impatto devastante sul territorio.
