Violenza sessuale. La sentenza per Ciro Grillo e gli amici in arrivo questa settimana

Salvatore

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Violenza sessuale. La sentenza per Ciro Grillo e gli amici in arrivo questa settimana

martedì 02 Settembre 2025 - 08:59
Violenza sessuale. La sentenza per Ciro Grillo e gli amici in arrivo questa settimana

Ciro Grillo all'ingresso del Tribunale (foto Ansa)

Il processo per presunta violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, e i suoi tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, si avvia verso la conclusione. La sentenza è attesa tra il 3 e il 4 settembre. L’udienza, inizialmente prevista per il 1° settembre, è stata rimandata al 2 settembre a causa della chiusura del Palazzo di giustizia per una festa patronale. Martedì mattina si svolgeranno le repliche del procuratore Gregorio Capasso e degli avvocati delle parti civili, mentre le controrepliche della difesa sono attese per mercoledì 3 settembre. Secondo le previsioni, la sentenza potrebbe essere emessa nella serata di mercoledì o, in caso di tempi più lunghi, slittare alla mattina di giovedì. La conferma arriverà dal collegio presieduto dal giudice Marco Contu.

I FATTI E LE ACCUSE – Il processo è stato aperto tre anni fa, ma i fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, quando, secondo l’accusa, si sarebbe consumato uno stupro di gruppo nella villa dei Grillo a Porto Cervo, ai danni di due studentesse italo-norvegesi all’epoca diciannovenni.
Dopo una requisitoria durata quasi otto ore, il procuratore Capasso ha chiesto per tutti e quattro gli imputati una condanna a nove anni di reclusione. “Parliamo di sei ragazzi che allora avevano 19 anni. Due ragazze che hanno subito quel che hanno subito, quattro ragazzi che vivono comunque una situazione drammatica”, ha dichiarato Capasso in aula.

LE POSIZIONI DI ACCUSA E DIFESA – I quattro imputati si sono sempre dichiarati innocenti, sostenendo che i rapporti fossero stati pienamente consensuali. La difesa ha ribadito che “nessuno dei ragazzi usò mezzi violenti o coartò la volontà di alcuno”.
Di parere opposto l’avvocata di parte civile, Giulia Bongiorno, che tutela una delle due ragazze, la principale accusatrice. La Bongiorno ha sottolineato come dal processo sia emersa una “concezione della donna il cui consenso vale zero” e ha elogiato la sua assistita per aver risposto in modo coerente a 1.675 domande durante il suo esame in aula.

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