CPR. La denuncia delle associazioni, un inferno di abusi: tentati suicidi, violenza e condizioni disumane

Franceschino Nieddu

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CPR. La denuncia delle associazioni, un inferno di abusi: tentati suicidi, violenza e condizioni disumane

sabato 30 Agosto 2025 - 15:37
CPR. La denuncia delle associazioni, un inferno di abusi: tentati suicidi, violenza e condizioni disumane

L'ingresso del CPR (foto S.Novellu)

MACOMER – Cresce la preoccupazione per le condizioni all’interno del Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR) di Macomer. L’Assemblea No CPR di Macomer e l’associazione L’AsiateCIEntrare hanno diffuso un documento che denuncia con forza le “condizioni disumane” e gli episodi di “violenza” subiti dalle persone recluse nella struttura.

Secondo le associazioni, il CPR è un luogo dove vengono rinchiuse per un massimo di diciotto mesi persone la cui unica “colpa” è la mancanza di un permesso di soggiorno, un documento spesso difficile da ottenere. Il comunicato descrive un ambiente caratterizzato da caldo asfissiante, cibo scadente e assenza di assistenza legale e sanitaria adeguata. Gli internati sarebbero sottomessi all’arbitrio della forza pubblica e dell’ente privato che gestisce il centro.

La denuncia si fa ancora più grave con il racconto di specifici episodi: nei giorni scorsi, un giovane avrebbe compiuto atti di autolesionismo ingoiando batterie e una lametta. Dopo un breve passaggio in ospedale, sarebbe stato ricondotto al CPR, dove ha ripetuto il gesto il giorno seguente.

Il 26 agosto, una protesta ha visto alcuni internati salire sul tetto della struttura. In risposta alle loro richieste, i citofoni di uno dei blocchi sarebbero stati disattivati per impedire ogni forma di comunicazione. Le associazioni segnalano inoltre che i telefoni cellulari vengono spesso sequestrati, ostacolando i contatti con l’esterno.

Il documento sottolinea come queste persone, pur non avendo commesso alcun reato, siano private dei loro diritti umani e civili. Viene evidenziata anche la situazione di ospiti con condizioni di salute precarie che, pur non dovendo trovarsi nel CPR, rimangono bloccati a causa della difficoltà di ottenere la necessaria certificazione medica per il rilascio.

La denuncia si conclude con un appello alla politica. Alcuni consiglieri regionali e parlamentari hanno già chiesto la chiusura dei CPR, in particolare quello di Macomer, sottolineando la mancanza di una figura di garanzia per gli internati, a differenza di quanto previsto per i detenuti nelle carceri.

F. N.

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