Dopo quasi 105 anni di storia, una delle istituzioni più care a Orosei, la scuola Materna Paritaria di Sant’Antonio, conosciuta da tutti come “l’asilo delle suore“, ha chiuso i battenti il 30 giugno 2025. La decisione, sofferta, è stata una conseguenza inevitabile del drastico calo delle nascite, come spiega Rosellina Puretto, ex direttrice della struttura. “Da 100-120 bambini, negli ultimi tempi eravamo scesi a una trentina,” ha dichiarato, riassumendo la difficile situazione che ha portato alla chiusura.
L’ex asilo delle suore (f. M.Obinu)
LA STRUTTURA – Nata negli anni ’20 del Novecento come brefotrofio, la scuola era diventata un punto di riferimento fondamentale per intere generazioni di oroseini, in particolare per le mamme lavoratrici. Un servizio prezioso che ora lascia un vuoto in città.
L’ex asilo delle suore (f. M.Obinu)
UN NUOVO FUTURO PER UN LUOGO STORICO – Nonostante la chiusura, l’edificio non sarà abbandonato. L’amministrazione comunale, che ha acquisito ufficialmente la struttura nel 2024, ha già le idee chiare sul suo futuro. La sindaca Elisa Farris ha voluto innanzitutto ringraziare le maestre e il personale che hanno lavorato con grande sacrificio per mantenere vivo l’ente. “Il loro lavoro è stato prezioso,” ha detto la sindaca, sottolineando che “la struttura rimarrà sempre nella memoria degli oroseini come un’istituzione”.
L’ex asilo delle suore (f. M.Obinu)
La sindaca rassicura la comunità: l’edificio manterrà la sua destinazione originaria e benefica. L’obiettivo è trasformarlo in un nuovo punto di riferimento per il sociale, con progetti specifici per la cittadinanza, in particolare “per il benessere dei nostri anziani e per la terza età.” Un modo per onorare il passato dando però un nuovo importante scopo a un luogo simbolo per Orosei. Rosellina Puretto ha confermato la vicinanza dell’amministrazione durante tutta la complessa fase di gestione della chiusura.
La fine di un ciclo, quindi, ma anche l’inizio di una nuova missione per un edificio che continuerà a servire Orosei, nel rispetto della sua storia e del suo “cuore” sociale.
