La quiete negata: il cemento minaccia il Monastero di Cuccullio, luogo di preghiera e opera d’arte

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La quiete negata: il cemento minaccia il Monastero di Cuccullio, luogo di preghiera e opera d’arte

di Sonia Meloni
venerdì 22 Agosto 2025 - 05:00
La quiete negata: il cemento minaccia il Monastero di Cuccullio, luogo di preghiera e opera d’arte

La costruzione a ridosso del Monastero (foto S.Novellu)

Il cemento assedia il Monastero delle Carmelitane. A Nuoro, l’opera d’arte di Savine Couelle, un’oasi di pace da 30 anni, è in pericolo a causa di una nuova costruzione che minaccia di violare la sacralità e il silenzio del luogo, costringendo forse le monache a una nuova, dolorosa decisione


NUORO – Il monastero delle Carmelitane Scalze di Cuccullio, un capolavoro architettonico incastonato nella natura firmato dal noto architetto francese Savine Couelle, che è stato per trent’anni un’oasi di pace. Oggi, una costruzione che ha visto l’autorizzazione nel 2023 e ancora in corso di realizzazione a ridosso della struttura minaccia di violare l’isolamento e la pace scelti dalle monache.

Nuoro, il monastero delle Carmelitane (foto S.Novellu)

Nuoro, il monastero delle Carmelitane (foto S.Novellu)

QUANDO L’OPERA D’ARTE DIVENTA RIFUGIO – Risalente alla metà degli anni Cinquanta, il vecchio convento trovava spazio in via Oggiano, a due passi dal Nuraghe (e più precisamente dove ora sorge la sede dell’AREUS), sorto in un’area periferica della città che ben presto vide una densa urbanizzazione, troppo invasiva per la vita di clausura scelta dalle Carmelitane. Come se non bastasse, nei primi anni Ottanta, arrivò un precoce deterioramento della struttura, in ragione del quale, le monache presero una decisione coraggiosa: vendere la proprietà per costruire un nuovo rifugio. Guidate dal genio dell’Architetto francese, che donò il progetto, le monache intrapresero la costruzione di un’opera che superava le mere esigenze pratiche. La bellezza della struttura, infatti, come da loro stesse sottolineato, non era un lusso fine a sé stesso ma un elemento essenziale per la vita contemplativa, un tramite per raggiungere la bellezza divina. Era il 1994 quando il nuovo monastero aprì le porte, segnando così la fine di un lungo percorso di ricerca di un nuovo isolamento.

La costruzione a ridosso del Monastero (foto S.Novellu)

La costruzione a ridosso del Monastero (foto S.Novellu)

LA QUIETE INTERROTTA E LA BATTAGLIA URBANISTICA – Il colle di Cuccullio ha garantito fino ad oggi alle suore il silenzio indispensabile per la preghiera, vero fulcro della loro stessa vita. Ma ora, quella tranquillità è a rischio. Una nuova imponente costruzione si sta edificando da qualche tempo a ridosso del monastero. Di cosa si tratta? Se lo sono chiesti in tanti, fra i nuoresi e non solo. Oltre al timore del disturbo della quiete delle monache, di fatto, si pone anche il problema che un’opera d’arte qual’è il monastero nella sua interezza, compreso il suo isolamento in vetta al colle, circondato solo dalla natura, sta per essere violata. Dietro a questa nuova costruzione, si cela una vicenda complessa che ha origine dall’improvvisa modifica delle norme urbanistiche. Nel 2015, infatti, la zona è stata convertita da “zona H” (“di salvaguardia ambientale… “) a “zona E”, ovvero agricola; una variante che, a quanto pare, sarebbe stata sfruttata come pretesto per avviare lavori che, per architettura e dimensioni, poco sembrerebbero aver a che fare con un’area agricola. Per costruire una residenza in zona E, tra l’altro, servono almeno 7.5 ettari di terreno, e in fabbricato d’appoggio non dovrebbe superare i 30 mq. Oltre a questo, in tanti si sono chiesti perché, se sono stati rispettate le normative vigenti, come di fatto deve pur essere, lo stesso fabbricato non è stato costruito qualche decina di metri più a valle rispetto al muro perimetrale del convento.

La costruzione a ridosso del Monastero (foto S.Novellu)

La costruzione a ridosso del Monastero (foto S.Novellu)

UN FUTURO INCERTO PER LE MONACHE – Ma la preoccupazione più grande non riguarda solo la singola costruzione. C’è il timore, concreto, che questo sia solo l’inizio. Se il progetto in questione dovesse essere portato a compimento, potrebbe aprire la strada a ulteriori lottizzazioni, una reazione a catena che, mattone dopo mattone, potrebbe soffocare completamente il monastero, rendendo impossibile la vita di clausura. In questo scenario, le suore potrebbero essere costrette a un’altra, dolorosa decisione: abbandonare il luogo che per trent’anni è stato il loro rifugio.

Un parlatorio del Monastero (foto S.Novellu)

Un parlatorio del Monastero (foto S.Novellu)

L’APPELLO DELLE SUORE E LA RISPOSTA DEL COMUNE – Le quattordici suore che hanno scelto una vita di clausura si trovano così, loro malgrado, al centro di una controversia mediatica. La priora, suor Maria Antonietta, ha espresso il loro desiderio di non voler “entrare nel tiritacarne mediatico”, ma ha lanciato un accorato appello per la salvaguardia della vita di preghiera sua e delle consorelle. Ora la parola passa al Comune. L’assessore all’Urbanisticai, Giuseppe Mercuri, ha dichiarato che si sta informando presso gli uffici competenti e che a breve incontrerà le suore. L’auspicio è che la vicenda si risolva nel migliore dei modi, preservando la sacralità e la quiete del Monastero di Cuccullio.

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