Sanità. Medici cubani? “Una scelta di responsabilità per la Sardegna”

Redazione

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Sanità. Medici cubani? “Una scelta di responsabilità per la Sardegna”

giovedì 21 Agosto 2025 - 08:09
Sanità. Medici cubani? “Una scelta di responsabilità per la Sardegna”

Il Coordinamento dei Comitati Sardi per la Sanità Pubblica (CCSSP) accoglie con favore un ordine del giorno presentato in Consiglio Regionale, che apre alla possibilità di collaborazioni internazionali per sopperire alla cronica carenza di personale sanitario nell’isola. L’iniziativa, promossa dal gruppo consiliare dei Progressisti, punta a integrare temporaneamente professionisti sanitari stranieri, a partire da una cooperazione con la Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos S.A.. La proposta arriva in un momento di grave crisi per il sistema sanitario sardo, come denunciato da tempo dal CCSSP. “Interi reparti sono a rischio chiusura, mancano medici di base e le liste d’attesa sono interminabili”. La situazione è particolarmente critica nelle aree interne e periferiche come la Barbagia, il Mandrolisai, l’Ogliastra e la Gallura, dove la sanità territoriale è sempre più in difficoltà.

Per il Coordinamento, la collaborazione con paesi esteri non è una scelta ideologica, ma un atto di pragmatismo e responsabilità. “Questo ODG va nella direzione giusta: non possiamo permettere che i cittadini restino senza cure perché mancano i medici”, ha dichiarato il coordinatore del CCSSP, Alessandro Rosas. Il Coordinamento chiede ora che la Giunta e il Consiglio regionali trasformino le parole in azioni concrete, definendo procedure chiare e tempi certi per l’avvio di questi progetti.

L’iniziativa non è nuova nel dibattito pubblico sardo. Nei mesi scorsi, il CCSSP aveva già sollevato la questione insieme al Comitato per la Salute Barbagia-Mandrolisai, a testimonianza di come l’idea fosse già emersa dalla società civile come una soluzione concreta. Il Coordinamento precisa che l’arrivo di professionisti dall’estero deve essere una misura tampone e non sostituire le riforme strutturali necessarie a lungo termine. Dalla medicina territoriale agli ospedali di comunità, dal potenziamento dei corsi universitari alle stabilizzazioni del personale, sono tante le riforme che la Sardegna deve affrontare. L’integrazione di medici stranieri serve nell’immediato per evitare la sospensione di servizi essenziali e non lasciare sole le famiglie sarde di fronte alle emergenze.

Infine, il CCSSP ribadisce il suo no a una sanità a due velocità, che privilegia i centri urbani di Cagliari e Sassari a discapito delle aree interne. “La salute è un diritto universale e deve essere garantito in tutte le comunità, senza distinzioni”, conclude la nota. Da qui l’appello finale a tutte le forze politiche e alla Giunta regionale a trasformare l’Ordine del Giorno in una scelta condivisa e concreta, nell’esclusivo interesse dei cittadini sardi.


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