Il Centro Studi Luigi Oggianu di Siniscola celebra l’archeologa Antonietta Boninu con il volume “Santa Lucia. Paesaggi e Passaggi”, edito da Taphros. La pubblicazione, curata da Dario D’Orlando e Mara Ladu, è il terzo volume della Rassegna di Studi Storici e Sociali patrocinata dal Centro Studi stesso guidato da Antonello Pipere che cura la prefazione al testo che rappresenta la conclusione della conferenza scientifica tenutasi a Torpè nel 2023.
LA STRUTTURA – Il libro si articola in due sezioni principali che esplorano il tema del rapporto tra l’uomo e il territorio, con un focus particolare sul fenomeno dello spopolamento in varie aree del Mediterraneo.
Apre la rassegna un saggio dell’archeologo francese Pascal Arnaud -professore emerito dell’Université de Lyon e membro de l’École française de Rome- teso a illustrare problematiche e prospettive del tema dello spopolamento in una prospettiva olistica, dall’archeologia agli studi sul paesaggio passando per un approccio di tipo antropologico. Segue una preziosa disamina delle attività della novella Soprintendenza Nazionale per il patrimonio Culturale Subacqueo con le firme del Soprintendente Barbara Davidde Petriaggi, del funzionario Francesco Carrera e dell’archeologa Maria Francesca Pipere. Poi, con una puntuale esposizione delle complesse vicende di Olbia dalla fondazione fenicia, passando per i greci, i punici, i romani fino ad arrivare all’altomedievo, Rubens D’Oriano -già funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro. Virgilio Gavini ci porta invece a scoprire i relitti della costa orientale della Sardegna legandoli allo sfruttamento minerario. Arriviamo quindi alle collezioni del Museo Archeologico di San Teodoro raccontate dal neodirettore Giuseppe Pisanu che propone anche una descrizione delle risultanze archeologiche nel territorio. Si prosegue con la riedizione di uno scavo condotto dalla dottoressa Boninu a Santa Lucia di Siniscola nel 1978 che è oggetto di revisione e nuova contestualizzazione nel contributo firmato da Dario D’Orlando e da Gianluigi Marras, funzionario della citata Soprintendenza ABAP. Il lavoro è seguito dal contributo di Enrico Dirminti, anch’egli funzionario della Soprintendenza ABAP, che concentra la sua attenzione sul paesaggio costiero e sul fenomeno del popolamento umano della Sardegna centro-orientale tra età romana e Medioevo.
Sergi Rexach Camps, storico medievista dell’Università di Lleida, apre con una prospettiva internazionale la seconda parte del volume leggendo le vicende del popolamento di Sant Miquel de Cruilles in Catalogna. Da qui anche Giacomo Floris, ricercatore a Barcellona, che presenta una serie di documenti inediti relativi al paesaggio della Baronia di Posada tra la fine del Medioevo e la prima epoca moderna tra crisi economiche, sociali e tentativi di ripresa. Il territorio è ancora sotto la lente d’ingrandimento di Michele Carta che espone le vicende di alcuni centri abitati della prima epoca moderna facendo anche chiarezza sul popolamento e l’abbandono della Torpè isperta di Galtellì. Salvatore Moreddu ci porta infine a Siniscola attraverso lo studio della vita e del lavoro di Giovanni Pusceddu Cossu, notaio nel centro baroniese a ridosso dell’epoca contemporanea. Conclude il volume il contributo di Mara Ladu, architetto a ricercatrice presso l’Università di Cagliari, che propone un’interessante narrazione sul cosiddetto ‘non finito sardo’ e sull’analisi delle dinamiche urbanistiche di epoca moderna nell’Isola.
UN TRIBUTO
La pubblicazione non è solo una raccolta di studi, ma un vero e proprio tributo alla visione di Antonietta Boninu, che ha dedicato la sua vita alla valorizzazione del territorio sardo e alla promozione della consapevolezza culturale e ambientale. L’approccio diacronico e la varietà delle discipline rappresentano il punto di forza del volume, che mette in luce le potenzialità e le fragilità del paesaggio antropizzato, sottolineando la necessità di un impegno continuo per la sua tutela. L’introduzione al volume precedente, “Da Santa Lucia uno sguardo sulla Baronia”, è definita nel testo come il “testamento” intellettuale della studiosa, ribadendo l’importanza del suo lascito scientifico.
