NUORO – “Un tempo era l’arteria pulsante della vita nuorese, il ‘salotto buono’ della città, un luogo di passeggio e socialità”. Così esordisce il professor Annico Pau, ex sindaco di Nuoro, in una lettera aperta al nuovo sindaco Emiliano Fenu e alla giunta comunale. Pau ricorda che il celebre linguista Max Leopold Wagner (amico dell’artista nuorese Antonio Ballero), nel lontano 1902, aveva definito il corso Garibaldi “… più bello in Sardegna”. Oggi, tuttavia, il Corso è “l’immagine di un’incuria che si fa sempre più profonda, un triste specchio di degrado che sembra non avere fine”. Questo grido d’allarme risuona con forza, trovando conferma anche nelle parole della direttrice del MAN, Chiara Gatti, la quale “con tatto ma con fermezza ha sottolineato come l’immagine della città ‘meriterebbe una visione più organica dal punto di vista dell’immagine per cui un Corso tenuto meglio'”. Più chiaro di così, sottolinea Pau. Il Corso, che presto diventerà un’ulteriore vetrina per la città con l’affaccio del Museo MAN, si presenta in una forma decisamente poco brillante. L’atmosfera di un tempo, animata da giovani e adulti, è un lontano ricordo. Le serrande abbassate dominano il paesaggio, nonostante una leggera ripresa con l’apertura di qualche nuova attività. Questo destino, che accomuna molte città, a Nuoro si fa più acuto a causa del notevole calo demografico e dello spostamento dell’asse commerciale degli ultimi vent’anni. L’incuria che imperversava da anni ha “toccato negli ultimi tempi limiti inaccettabili”, trasformando quello che era il fulcro del commercio in uno scenario di desolazione. Il degrado è visibile a ogni passo. Le vecchie e logore balaustre offrono uno “spettacolo desolante”. Le lastre della pavimentazione del Corso sono coperte da vistose macchie di grasso e “l’incuria ha persino concesso il lusso a piante spontanee di prosperare rigogliosamente tra gli interstizi delle lastre”. Il quadro non si ferma qui. Numerosi edifici sul Corso “versano in condizioni fatiscenti, al limite del crollo e avviluppate da una rigogliosa vegetazione spontanea”. Il triste destino di queste architetture è celato da “transenne storiche e da mantovane fatiscenti e pericolose, in alcuni casi con una presenza quasi trentennale”. Un ponteggio, installato da mesi, staziona senza che “alcun operaio vi metta mano”. Questo declino non si limita al solo Corso Garibaldi, ma coinvolge anche le vie laterali.
PIAZZA SATTA – Lo stesso discorso può essere esteso alla piazza-monumento Sebastiano Satta, realizzata dal grande artista oranese Costantino Nivola, “lasciata al pieno arbitrio del transito delle automobili, per non parlare delle erbacce che prosperano in abbondanza e dove è presente un tristissimo leccio isolato e colpito da varie patologie di cui nessuno si occupa”. A rovinare la prospettiva della piazza c’è anche “l’infinito cantiere del MAN che deturpa da oltre un ventennio la prospettiva della Piazza“, e “la Casa del Poeta, sempre desolatamente chiusa“. “Questo non è uno sfogo disfattista nei confronti del neo sindaco e della giunta comunale appena insediata che non hanno alcuna responsabilità di quanto intendo segnalare, ma uno stimolo”, precisa Pau. L’obiettivo è spronare gli amministratori a mettere in atto interventi immediati, come “una pulizia generale e la rimozione delle principali brutture”, e altri “più consistenti e organici di più lungo periodo”. L’ex sindaco chiarisce: “non intendo presuntuosamente dare lezioni a nessuno”.
L’obiettivo è rendere il centro storico più vivibile per i cittadini e “per tutti coloro che avremo il piacere di accogliere”. Come ha affermato la dottoressa Gatti, Nuoro è una città ricca di cultura e di storia, con “sei musei in un chilometro quadrato, un piccolo record. Ma da solo non basta”. Se valorizzata, però, “ha tutte le caratteristiche per diventare una città bella e accogliente per i suoi visitatori”. La lettera si conclude con una frase che racchiude tutto il sentimento dell’autore: “Tanto dovevo per l’amore che nutro per la città”.
