NUORO – Il Partito Democratico-Riformisti del Comune di Nuoro si prepara a presentare una mozione che potrebbe segnare una svolta nella tutela dei lavoratori locali. La proposta, che sarà discussa a settembre, mira a introdurre il concetto di “salario minimo” in tutti gli appalti e concessioni comunali, fissando una soglia retributiva oraria lorda di almeno 9 euro. L’iniziativa, promossa dalla consigliera Irene Melis e sostenuta dall’intero gruppo consiliare, si inserisce in un contesto di dibattito nazionale e recepisce gli indirizzi della recente Direttiva Europea sui salari minimi adeguati.
La mozione parte dalla premessa che la tutela della dignità del lavoro e del diritto a una retribuzione “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” (come recita l’articolo 36 della Costituzione) debba essere una priorità per le istituzioni, a partire dagli enti locali. Il testo evidenzia il fenomeno del “dumping contrattuale”, ovvero l’uso di contratti redatti da organizzazioni poco rappresentative che non garantiscono tutele adeguate, e sottolinea come il Comune possa agire da baluardo contro il “lavoro povero”.
La proposta si basa sul nuovo Codice Appalti (D. Lgs. n. 36 del 2023), che già prevede l’applicazione dei contratti collettivi più rappresentativi e la possibilità di inserire criteri sociali nelle gare d’appalto. La mozione del PD-Riformisti intende sfruttare questa possibilità, proponendo di assegnare un punteggio premiale alle imprese che si impegnano a garantire ai propri dipendenti una retribuzione non inferiore ai 9 euro lordi l’ora. Questo criterio verrebbe applicato in tutti gli affidamenti aggiudicati secondo il principio del “miglior rapporto qualità-prezzo”.
Oltre a fissare la soglia economica, la mozione impegna il sindaco e la giunta a istituire tavoli di confronto periodici con sindacati e associazioni datoriali. L’obiettivo è monitorare il rispetto dei contratti, facilitare la continuità occupazionale in caso di cambio appalto e stipulare protocolli d’intesa per migliorare le condizioni di lavoro nei settori più a rischio. Se approvata, la delibera verrebbe trasmessa a tutte le organizzazioni sindacali e datoriali per una piena condivisione e applicazione.
