NUORO, 25 luglio 2025. La Sardegna sta affrontando in queste settimane una delle più gravi emergenze zootecniche della sua storia recente: la diffusione della dermatite nodulare bovina rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto isolano. A dare voce alla preoccupazione di allevatori, territori e istituzioni locali è il consigliere regionale Sebastian Cocco, che invita lo Stato italiano a muoversi con urgenza in sede europea.
“L’ordinanza del Consiglio di Stato delle scorse ore rappresenta una finestra di salvezza per il patrimonio bovino della Sardegna – dichiara Cocco –. Vietando temporaneamente gli abbattimenti indiscriminati e rinviando la decisione collegiale al 28 agosto, apre una possibilità concreta che il Governo Meloni deve cogliere: ottenere una deroga al Regolamento europeo che impone l’abbattimento massivo. È l’unico modo per scongiurare un olocausto bovino e salvare non solo un’economia ma una parte identitaria della nostra isola”.
Cocco sottolinea il lavoro tempestivo della Regione Sardegna, che grazie all’intervento diretto della presidente Todde e degli assessori Bartolazzi, Satta e Laconi ha ottenuto l’arrivo gratuito dei vaccini: “Si tratta di vaccini efficaci, utilizzati da cinquant’anni in Europa per debellare la dermatite nodulare bovina. Grazie alle risorse stanziate, gli allevatori potranno contare anche sul supporto di veterinari di fiducia”.
È già in corso una campagna vaccinale rapida e capillare. “Ci sono esempi concreti di impegno sul campo – continua il consigliere: un allevatore ha già a disposizione 500 dosi di vaccino e sta avviando la somministrazione immediata. In 24 giorni sarà possibile monitorare gli animali e verificarne la guarigione. Il capo guarito sarà salvato, assieme a quelli che pur non essendo stati contagiati rischiano comunque l’abbattimento. Ma avremo una chance reale di salvare il nostro patrimonio”.
Sul fronte regionale, la macchina è attiva per garantire informazione chiara agli allevatori, indennizzi certi per i capi morti e compensazioni per i danni legati ai blocchi della movimentazione delle carni. “Ora tocca al Governo – conclude Cocco –. È l’unico soggetto legittimato a chiedere la modifica del Regolamento europeo. La Regione sta facendo la sua parte. Serve ora una risposta nazionale, forte e immediata”.
