Violenza sessuale di gruppo: la sentenza per Ciro Grillo rinviata a settembre dopo 3 anni di processo

Salvatore

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Violenza sessuale di gruppo: la sentenza per Ciro Grillo rinviata a settembre dopo 3 anni di processo

martedì 15 Luglio 2025 - 08:09
Violenza sessuale di gruppo: la sentenza per Ciro Grillo rinviata a settembre dopo 3 anni di processo

L'avvocata Giulia Bongiorno arriva in tribunale per l'udienza del processo

La sentenza del processo per violenza sessuale di gruppo, che vede imputati Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, slitta a settembre. Inizialmente attesa per ieri, la decisione di primo grado del collegio presieduto dal giudice Marco Contu è stata posticipata a causa del protrarsi delle arringhe difensive e della necessità di ulteriori repliche. Le udienze riprenderanno, dunque, l’1 e 2 settembre, con una data di riserva per il 3. In queste sessioni, il procuratore capo Gregorio Capasso, che ha chiesto la condanna a nove anni di reclusione per tutti gli imputati, avrà modo di replicare. Seguiranno gli interventi dei legali delle parti civili e le controrepliche delle difese.

OLTRE TRE ANNI DI PROCESSO – Il processo, durato oltre tre anni e svolto per lo più a porte chiuse, si avvia alla conclusione a sei anni dai fatti, avvenuti nella villa della famiglia Grillo a Porto Cervo. Gli avvocati difensori hanno ribadito l’innocenza dei loro assistiti, sottolineando la complessità del caso e le sue ripercussioni mediatiche. L’avvocato Mariano Mameli, difensore di Edoardo Capitta, ha evidenziato in aula le difficoltà affrontate dal suo assistito a causa dell’esposizione mediatica, criticando inoltre la mancata acquisizione di un incidente probatorio sulla testimonianza della ragazza coinvolta. È un processo che ha avuto una dimensione mediatica così critica da mettere a rischio persino le persone che ne sono coinvolte. Edoardo Capitta, che allena in maniera amatoriale una squadra di una parrocchia di Genova, più volte dagli spalti è stato chiamato stupratore“. Lo ha detto in aula l’avvocato della difesa, Mariano Mameli, che ha posto anche l’accento sulla mancanza dell’incidente probatorio. “Perché la ragazza che era l’unico teste diretto di quanto accaduto quella sera non è stata sentita per prima?” ha chiesto il legale, sostenendo che: “Quello che accadde in quella casa nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 è stato fatto consensualmente, nessuno ha estorto strumentalmente il consenso di nessuno“.

Anche l’avvocato Gennaro Velle, legale di Francesco Corsiglia, si è detto fiducioso in una sentenza assolutoria, sottolineando come la difesa abbia fornito “tutte le argomentazioni, tutte le motivazioni che possono condurre il tribunale verso una sentenza assolutoria”. L’avvocata Antonella Cuccureddu, co-difensore di Corsiglia, ha concluso l’udienza rimarcando la presenza di ben tre versioni dei fatti: quella della ragazza, quella dei quattro imputati e della loro amica, e una terza “filtrata” dalla procura e dalla parte civile.

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