Oggi si spegne una voce. Dopo ben 13 anni di attività, la testata online Sardinia Post cessa le sue pubblicazioni, lasciando un vuoto significativo nel panorama giornalistico sardo.

La notizia della chiusura di un organo di informazione non è mai una buona notizia. A perderci, in questi frangenti, siamo tutti: la pluralità delle voci, il diritto dei cittadini a un’informazione completa e, in ultima analisi, le stesse istituzioni che beneficiano di un confronto dialettico sano e trasparente.

Sardinia Post era nata in un’epoca ben diversa, il 1° ottobre 2012, quando il panorama informativo sardo era ancora dominato dai tradizionali organi della carta stampata. Con una visione pionieristica, ha saputo ritagliarsi uno spazio fondamentale nel mondo digitale, dimostrando il potenziale dell’informazione online. Già all’inizio del 2014, raggiungeva traguardi notevoli con oltre 50.000 fan su Facebook e un milione di pagine viste al mese.

Nel corso degli anni, Sardinia Post ha affinato le sue modalità di inchiesta, aprendo la strada a un pluralismo online dell’informazione che oggi diamo per scontato, ma che all’epoca era una vera e propria novità. Ha contribuito a creare un ecosistema mediatico più ricco e diversificato, essenziale per la democrazia.

Questi sono tempi difficili per il giornalismo. I professionisti dell’informazione devono confrontarsi con una concorrenza agguerrita, spesso disordinata, dove i social network diventano per molti l’unica fonte di “notizie”. Una sfida che rende ancora più urgente un sostegno concreto al settore.

Da Cronache Nuoresi esprimiamo la nostra più profonda solidarietà ai colleghi di Sardinia Post. La loro chiusura ci ricorda l’importanza vitale di sostenere tutte le testate che garantiscono la pluralità e la qualità dell’informazione, pilastri imprescindibili della democrazia. È fondamentale che le istituzioni comprendano appieno il peso e il ruolo cruciale dell’online nell’informare e aggiornare i cittadini.

Speriamo che questo non sia un addio definitivo, ma solo un arrivederci. La Sardegna ha bisogno di ogni voce che contribuisca a raccontarla.