BOSA – Con l’incantevole sfondo del suo maestoso castello, il placido scorrere del fiume Temo e la sua intrinseca anima multiculturale, Bosa ha inaugurato la nuova tappa del Festival dell’Archeologia. Un evento che, promosso dalla Fondazione Mont’e Prama, si conferma una formula vincente nel valorizzare il patrimonio storico e culturale della Sardegna, creando al contempo nuove sinergie territoriali.
Dopo aver toccato località di grande prestigio come Barumini, Santa Cristina di Paulilatino, il Nuraghe Losa di Abbasanta, Laconi e Oristano, il Festival approda in una delle gemme della costa occidentale sarda, un luogo che, come sottolinea il sindaco Alfonso Marras, “ha tanto da raccontare, e il Festival dell’Archeologia ci offre l’occasione per farlo in dialogo con tutto il territorio”.
Il successo del format è spiegato dal presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni: “La bellezza dei luoghi, la qualità dei relatori, la cura per i dettagli, il piacere di incontrare gli operatori della cultura”. Tuttavia, Muroni lancia un monito: “Proprio per questo c’è il rischio che tutto venga dato per scontato. Serve sostegno, visione, collaborazione”. In quest’ottica, la nascita della Fondazione Bosa è vista come una scelta strategica, con la Fondazione Mont’e Prama che si pone “a disposizione per collaborare e accompagnare, anche solo in qualità di testimoni, un progetto virtuoso come questo”.
Un plauso all’iniziativa è giunto anche dal Ministero della Cultura, attraverso le parole di Monica Stocchino, soprintendente Abap per le province di Sassari e Nuoro. “Guardiamo con grande soddisfazione al lavoro svolto dalla Fondazione Mont’e Prama in questi anni,” ha affermato la soprintendente, definendolo “un modello da esportare. Il patrimonio, vissuto così – ha sottolineato – diventa strumento di crescita e coesione sociale”. La serata inaugurale ha offerto un viaggio affascinante nella storia di Bosa. Gli studiosi Attilio Mastino e Antonio Maria Corda hanno sapientemente delineato le tracce dell’eredità romana e bizantina della Bosa antica, mentre Franco Giuliano Rolando Campus ha condotto il pubblico alla scoperta dei segreti e delle leggende del castello Malaspina. A coronare la serata, un’atmosfera magica creata dalle note del Quintetto Atlantico, capitanato dal talentuoso Enzo Favata, che ha incantato i presenti con la sua musica.
Il Festival dell’Archeologia non si ferma qui. L’evento prosegue già questa sera, mercoledì 18 giugno, al Museo Civico di Cabras, dove l’attenzione si sposterà sulle grandi mostre internazionali della Fondazione Mont’e Prama, raccontate attraverso le voci autorevoli di alcuni dei più importanti curatori europei, promettendo un’altra serata di approfondimento e scoperta.
