Mamoiada: discarica o area di cantiere? Cittadini preoccupati, il Sindaco rassicura

Salvatore

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Mamoiada: discarica o area di cantiere? Cittadini preoccupati, il Sindaco rassicura

di Sonia Meloni
mercoledì 18 Giugno 2025 - 10:38
Mamoiada: discarica o area di cantiere? Cittadini preoccupati, il Sindaco rassicura

La palestra di Mamoiada e nel riqualdro Luciano Barone

MAMOIADA  – Un’area aperta adiacente la palestra comunale di via Nuoro 12 è diventata il centro di un dibattito a Mamoiada, dividendo le opinioni tra i cittadini preoccupati per il degrado e la sicurezza, e l’Amministrazione comunale che ne difende l’utilizzo come legittimo supporto ai lavori in corso. La questione solleva interrogativi sulla gestione degli spazi pubblici e sulla comunicazione tra ente locale e comunità.

LE PREOCCUPAZIONI DEI CITTADINI: DA DEPOSITO A  DISCARICA –  Sin dai mesi scorsi, gli spazi aperti della palestra, tradizionalmente utilizzati da bambini per attività ludico-sportive grazie alla presenza di un campo da basket e piste d’atletica, hanno iniziato ad accogliere mezzi da lavoro, materiali e attrezzature provenienti da diversi cantieri. Quello che inizialmente sembrava un semplice deposito, secondo le segnalazioni dei residenti, si è trasformato in una vera e propria “discarica a cielo aperto in pieno centro abitato”. Tra i materiali segnalati figurano inerti, scarti di scavo, rottami ferrosi, pali, residui elettrici, catrame, plastiche e altri rifiuti di vario genere. Un cittadino che da tempo monitora la situazione descrive una scena allarmante: “L’area interessata è aperta al pubblico, con un cancello pedonale che rimane sempre aperto, utilizzato abitualmente dai bambini. In tali circostanze, il rischio di incidenti per i minori è notevolmente aumentato.”Le preoccupazioni non si fermano qui. Oltre agli evidenti problemi di decoro, i cittadini lamentano atti vandalici perpetrati da ragazzi annoiati che approfittano del materiale abbandonato. A peggiorare il quadro, una copiosa perdita d’acqua da una tubazione rotta, che Abbanoa non può riparare essendo l’area interna. “La perdita d’acqua, a contatto con i rifiuti, genera uno scolo inquinato che fuoriesce verso il marciapiede e penetra nel terreno, potenzialmente inquinando le falde acquifere, in una zona dove sono presenti diversi pozzi artesiani”, denuncia il cittadino. Nonostante l’installazione di una rete di delimitazione attorno all’area contaminata, i rifiuti sono rimasti in loco, un provvedimento che, seppur limitando l’accesso, non ha risolto il problema dello smaltimento.

LA RISPOSTA DEL SINDACO:  AREA LOGISTICA E CANTIERI ESSENZIALI –  L’Amministrazione comunale, per voce del sindaco Luciano Barone, offre una prospettiva diversa sulla vicenda. L’area della palestra è descritta come uno spazio “perfettamente recintato, accessibile esclusivamente agli operai impegnati nei lavori di posa della fibra ottica in tutto il paese”. Le risultanze di scavo, i materiali e i mezzi troverebbero qui “ricovero temporaneo nell’area pubblica adiacente alla palestra, che si presta logisticamente a supportare le varie fasi del cantiere”.

Il Sindaco ci tiene a precisare che le lamentele non sono una novità: “Chi solleva obiezioni lo fa in modo recidivo: già lo scorso anno le stesse persone presentarono le medesime contestazioni, interessando la procura che effettuò i dovuti rilievi senza riscontrare alcuna infrazione normativa.” Viene anche citato un precedente cantiere che, con un simile assetto logistico, permise di risolvere un “grave problema di sversamento fognario” diretto al fiume per oltre tre anni.

Il Sindaco sottolinea che la propria attività di monitoraggio dei reflui  è disturbata da un quadro di persistenti “denunce ed esposti” da parte di un gruppo di cittadini. Il Sindaco ha vissuto in prima persona un’indagine della procura, poi archiviata, nata da segnalazioni che non coglievano il vero motivo del suo interesse per le aree. “La mia costante e scrupolosa attività di controllo attirò l’attenzione di un cosiddetto “professionista dell’investigazione”, il quale decise di coinvolgere la procura e avviare una lunga indagine. Furono utilizzate intercettazioni ambientali, fototrappole, rilevatori di movimento GPS e persino la fotocamera del cellulare privato del “professionista” fu impiegata per riprendermi mentre mi trovavo nell’area in questione L’unico aspetto considerato rilevante fu il tentativo di raccogliere prove per sostenere un’accusa di peculato, secondo chi mi puntava il dito, infatti, non avrei potuto occuparmi di questioni ambientali e di salute pubblica utilizzando il mezzo comunale che, in realtà, impiego quotidianamente per svolgere le funzioni legate al mio ruolo.”

INTERROGATIVI APERTI E RICHIESTE DI CHIARIMENTO –  La situazione a Mamoiada rimane complessa, con due narrazioni che faticano a trovare un punto d’incontro. Da una parte, la voce di cittadini che chiedono trasparenza sull’autorizzazione di tali depositi e la rimozione urgente dei rifiuti, evidenziando rischi per la sicurezza dei bambini e potenziali danni ambientali. Dall’altra, l’Amministrazione comunale che difende l’operato, inquadrandolo nella gestione di cantieri essenziali per l’infrastruttura del paese e sottolineando la regolarità delle procedure, anche alla luce di precedenti verifiche giudiziarie.

Restano sul tavolo le richieste avanzate dai cittadini: verifiche sulle autorizzazioni concesse e un intervento immediato per la bonifica e lo smaltimento dei materiali, oltre alla riparazione della perdita d’acqua. La comunità attende risposte chiare e azioni concrete per ripristinare il decoro e la sicurezza di un’area così vicina alle abitazioni e frequentata dai più giovani.

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