Nuoro. La protesta: “In tribunale 35 lavoratori su 70 sono precari e chiedono la stabilizzazione”

Salvatore

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Nuoro. La protesta: “In tribunale 35 lavoratori su 70 sono precari e chiedono la stabilizzazione”

martedì 17 Giugno 2025 - 12:47
Nuoro. La protesta: “In tribunale 35 lavoratori su 70 sono precari e chiedono la stabilizzazione”

Striscione di protesta in tribunale (foto Meloni)

NUORO – Si è svolto questa mattina un sit-in di protesta davanti al Tribunale di Nuoro, promosso dai lavoratori precari della giustizia. Al centro della mobilitazione, la pressante richiesta di stabilizzazione dei contratti, molti dei quali in scadenza entro un anno, il cui mancato rinnovo rischierebbe di creare gravi disagi e problemi operativi all’interno del Palazzo di Giustizia barbaricino: il Tribunale di Nuoro, infatti, fa i conti con un organico sempre più ridotto, dove il personale a tempo determinato riveste un ruolo cruciale.

La manifestazione odierna è stata organizzata congiuntamente dalle principali sigle sindacali: RSU, FP CGIL, CISL FP, UIL PA e USB. L’obiettivo è chiaro: rilanciare il problema all’attenzione della politica e delle istituzioni, chiedendo soluzioni concrete e a lungo termine. Significativa la presenza al presidio del neo sindaco di Nuoro, Emiliano Fenu, che ha ascoltato attentamente le ragioni dei manifestanti, dimostrando vicinanza alla loro causa.

35 PRECARI SU 70 – Attualmente, il Tribunale di Nuoro vede un equilibrio precario nel suo organico: 35 lavoratori sono a tempo determinato a fronte di 35 a tempo indeterminato. Una situazione che rende la figura dei precari indispensabile per il funzionamento quotidiano della struttura. “L’impiego dei lavoratori precari – hanno spiegato i manifestanti – è stato fondamentale per raggiungere tutti gli obiettivi fissati dal Ministero della Giustizia, che rischia ora di non rinnovare i contratti.” Questa prospettiva non solo minaccia la stabilità economica di decine di famiglie, ma mette a serio rischio la capacità del Tribunale di garantire l’efficienza dei servizi e la continuità operativa, con potenziali ricadute negative sull’amministrazione della giustizia nel territorio.

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