Non ce l’hanno fatta i cinque referendum su lavoro e cittadinanza a raggiungere il quorum anche in Sardegna come nel resto d’Italia. L’affluenza complessiva null’isola si è fermata intorno al 27,4%, ben al di sotto del 50% più uno degli aventi diritto necessario per la validità.
A Nuoro si è arrivati a oltre il 59%, a Luras, in Gallura, al 60%, mentre un dato simile a quello del capoluogo barbaricino viene rilevato a Soleminis, nel sud Sardegna, con il 59%. Poco sopra il 50% anche a Monastir (Città metropolitana di Cagliari) con il 54%, e in provincia di Nuoro, a Lodine con 51,5% e a Oniferi, con il 53,4%.
A trainare l’affluenza per i referendum sono state le elezioni comunali. Con due eccezioni: a Cardedu, in Ogliastra, dove si votava anche per il sindaco, la percentuale di votanti per i 5 quesiti si è fermata al 47,7%.
A Goni invece, nel sud Sardegna, le urne sono state disertate (solo 1,5% ha votato) e arriverà il commissario. Quanto al referendum, il dato si è fermato all’8,7%.
L’election day dell’8 e 9 giugno era stato deciso dalla Giunta regionale, che ha competenza primaria in materia di Enti locali. L’esecutivo guidato da Alessandra Todde non si era infatti allineato al scelta del governo nazionale che, invece, ha unificato i referendum alle amministrative solo per gli eventuali ballottaggi svoltisi ieri in 13 comuni, tra cui Matera e Taranto.
