Mamoiada – La vicenda dell’ex Casa Meloni a Mamoiada vede un nuovo capitolo con l’archiviazione della denuncia penale presentata contro il Sindaco Barone Luciano. Il giudice ha ritenuto infondata l’accusa di occupazione abusiva, confermando la natura esclusivamente civilistica della controversia.
La Pro Loco di Mamoiada, rappresentata da Canneddu Andrea, aveva denunciato il Comune per presunta inadempienza contrattuale, sostenendo che l’immobile non fosse stato liberato nei termini previsti dall’accordo di permuta e servitù di passaggio del 12 ottobre 2020. L’associazione lamentava danni economici e contestava l’occupazione abusiva dell’ex Casa Meloni.
Tuttavia, il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione, sottolineando che la questione rientra nell’ambito del diritto civile e non penale. In particolare, è stato evidenziato che l’articolo 633 del codice penale, relativo all’invasione di terreni o edifici, si applica a chi “invade per occupare” un immobile altrui, e non a chi, già legittimamente in possesso di un bene, ne ritardi la liberazione.
Nel caso specifico, il Comune di Mamoiada è proprietario del 50% dell’immobile, e la Pro Loco non ne ha mai avuto il possesso o la detenzione nell’accezione penalistica. Pertanto, mancano gli elementi costitutivi del reato di invasione: l’introduzione dall’esterno, il possesso o la detenzione altrui e l’altruità del bene.
La decisione del giudice si basa anche su precedenti sentenze della Corte di Cassazione, che chiariscono come l’invasione richieda un’introduzione “contra ius” in un immobile altrui di cui non si abbia il possesso o la detenzione.
«Se si prende visione dell’atto di denuncia depositato presso la stazione dei Carabinieri di Mamoiada e successivamente si legge il decreto di archiviazione emesso dal giudice – che segue una precedente archiviazione e una successiva impugnazione – appare evidente quanto siano eloquenti le motivazioni riportate nel provvedimento di archiviazione. Le macchinazioni e le alterazioni della realtà, pur essendo pratiche purtroppo consolidate, raramente portano ai risultati sperati. È questione di tempo perché, alla fine, la realtà trova sempre il modo di umiliare la logica. Dispiace constatare che a farne le spese, oltre a ogni singolo mamoiadino, siano proprio i soci della stessa associazione Pro Loco, costretti a subire questa situazione. La fuga dei giovani dall’associazione rappresenta, inoltre, un segnale chiaro e inequivocabile della deriva che si sta prendendo» commenta sulla vicenda il primo cittadino Luciano Barone.
