La politica sarda è infuocata. La sentenza del Tribunale di Cagliari, che ha dichiarato nullo il ricorso della presidente Alessandra Todde, ha scatenato una tempesta di reazioni. Mentre il centrodestra chiede a gran voce le dimissioni della governatrice, Todde e l’assessora Desirè Manca rispondono con veemenza, accusando l’opposizione di voler “crocifiggere” la Sardegna e di voler tornare a “predare” l’isola.
La sentenza, che ha contestato la rendicontazione delle spese elettorali, è stata accolta dal centrodestra come una vittoria. Tuttavia, Todde non si arrende. “A differenza di chi sceglie lo scontro con la magistratura, noi rispettiamo il ruolo dei giudici e le loro decisioni, anche quando non le condividiamo, come in questo caso,” ha dichiarato la presidente. “Proprio perché crediamo nello Stato di diritto, che prevede tre gradi di giudizio, abbiamo il diritto e dovere di difenderci nel processo, non dal processo.”
Todde ha annunciato l’impugnazione della sentenza, sottolineando le incongruenze e i punti controversi rilevati dai suoi legali. “Non ci convince affatto il ragionamento sulla proporzionalità della sanzione della mia decadenza da presidente e dell’intero Consiglio regionale,” ha affermato. Ha poi contestato il passaggio della sentenza che la riteneva responsabile della rendicontazione personale, nonostante il Comitato elettorale fosse l’unico soggetto ad aver ricevuto e speso i fondi. La presidente ha ribadito la trasparenza delle operazioni, citando la conferma della correttezza del rendiconto da parte della Corte dei Conti.
“Da diverse ore il centrodestra chiede le mie dimissioni da Presidente perché vorrebbe tornare a mettere le mani nella gestione della Regione, ma la sentenza dice che è il Consiglio regionale a doversi esprimere in ultima istanza,” ha continuato Todde, ribadendo la sua intenzione di onorare il mandato fino alla fine. “Questa è una battaglia che si combatte nei tribunali. E lì la combatteremo. Sono nel pieno delle mie funzioni, e intendo onorarle fino in fondo.”
A sostegno della presidente, l’assessora Desirè Manca ha sferrato un attacco frontale all’opposizione. “Gli unici chiodi di cui può parlare il centrodestra sono quelli che hanno utilizzato per cinque anni per tenere ancorate le loro poltrone, che hanno rischiato innumerevoli volte di volare sotto un ciclone di indagini e scandali. Gli stessi chiodi che per cinque anni hanno crocifisso la Sardegna e i sardi,” ha dichiarato Manca.
L’assessora ha accusato il centrodestra di strumentalizzare la vicenda giudiziaria e ha respinto le richieste di dimissioni, sottolineando l’impegno del governo regionale a proseguire il lavoro. “La legislatura è ancora lunga e la Sardegna non può aspettare. Noi andiamo avanti, senza tentennamenti, con la forza di chi sa che la nostra isola non può essere abbandonata, ancora una volta, alla predazione padana. Continuiamo a lavorare con serietà, impegno, e determinazione. Chi ha lasciato in macerie la Sardegna dovrebbe soltanto tacere.”
La battaglia legale è solo all’inizio, ma le parole di Todde e Manca segnano una chiara linea di difesa: la Sardegna non tornerà indietro.
