“Sotto Assedio da 60 Anni”: a Nuoro la cruda testimonianza di Susanna Bernoldi sulla Palestina

Franceschino Nieddu

Per la tua pubblicità su Cronache Nuoresi scrivi una mail a: commerciale@cronachenuoresi.it o chiama il n. +39 324 952 7229

“Sotto Assedio da 60 Anni”: a Nuoro la cruda testimonianza di Susanna Bernoldi sulla Palestina

di Franceschino Nieddu
venerdì 23 Maggio 2025 - 09:56
“Sotto Assedio da 60 Anni”:  a Nuoro la cruda testimonianza di Susanna Bernoldi sulla Palestina

Susanna Bernoldi (foto Nieddu)

Nuoro – Un pubblico attento e profondamente toccato ha gremito mercoledì pomeriggio  la sala dell’Exme di Nuoro per ascoltare la testimonianza diretta di Susanna Bernoldi, volontaria impegnata in Palestina. L’incontro, promosso congiuntamente dal Gruppo di Nuoro dell’AIFO (Associazione Amici di Raoul Follereau) e dall’associazione culturale Gardenas, ha offerto uno sguardo crudo e senza filtri sul dramma di un popolo che da sessant’anni vive sotto l’assedio israeliano.

La sala, avvolta dalle bandiere palestinese, della pace e dell’AIFO, insieme alla simbolica Kefia, ha fatto da sfondo al racconto appassionato e documentato di Bernoldi. Attraverso video toccanti e la sua viva voce, la volontaria ha ripercorso le tappe di un conflitto che affonda le sue radici nel 1884, con l’arrivo dei primi ebrei in Palestina a seguito della decisione britannica.

Da quel momento, come evidenziato da chiare cartografie, è iniziata una progressiva restrizione del territorio palestinese da parte israeliana. Il 1948, con la Nakba (“la catastrofe”), ha segnato un punto di non ritorno: 800.000 palestinesi cacciati dalle loro case e 531 villaggi rasi al suolo. Una ferita ancora aperta, con le proprietà palestinesi passate in mano ebraica a partire dal 1950.

Bernoldi ha sottolineato come, dal 2002, numerosi volontari internazionali e associazioni per i diritti umani israeliane si siano schierati a fianco della causa palestinese. Il loro impegno si concretizza in azioni di supporto logistico alle famiglie le cui case vengono demolite dai bulldozer israeliani, in atti di resistenza passiva come blocchi stradali e scudi umani per fermare le distruzioni, e nel soccorso a feriti, donne e bambini, spesso sfidando l’esercito e i coloni.

La testimonianza ha rivelato anche metodi brutali utilizzati quando i bulldozer non possono operare: l’esplosivo per radere al suolo le abitazioni e l’uso di idranti caricati con sostanze chimiche irritanti durante le manifestazioni. Bernoldi ha ricordato come gli scudi umani, purtroppo a caro prezzo di vite come quella di Vittorio Arrigoni e di tanti altri, abbiano avuto un impatto significativo nel dare visibilità internazionale alla sofferenza del popolo palestinese.

Un passaggio cruciale dell’incontro è stata la precisazione terminologica offerta da Bernoldi: antisemita si riferisce a chi nutre odio verso ebrei e arabi presenti in Israele, Palestina e paesi limitrofi, mentre antisionista è chi critica la politica dello stato israeliano nei confronti dei palestinesi.

Particolarmente inquietanti sono state le citazioni di governanti israeliani che incitano apertamente allo sterminio e all’odio verso gli arabi per “liberare la Galilea”, giustificando ogni azione con il pretesto dell’Olocausto e affermando di rispondere solo al proprio “Dio”, non alle leggi umane.

La volontaria ha poi espresso forti dubbi sulla fattibilità della soluzione “due popoli due stati”, evidenziando come Israele aspiri a uno stato ebraico confessionale, storicamente più incline al totalitarismo, mentre i palestinesi desiderano uno stato laico basato su libere elezioni. Il problema, ha sottolineato, non è solo di confini geografici.

Un quadro drammatico è emerso anche riguardo ai coloni israeliani, descritti come la frangia più oltranzista, sostenuta dall’esercito nell’arrestare arbitrariamente palestinesi, inclusi donne e bambini, spesso sottoponendoli a torture documentate da studiosi di organizzazioni umanitarie. Sono stati proiettati video che mostrano persino l’addestramento di bambini coloni all’uso delle armi, con l’Italia indicata come uno dei principali fornitori di armamenti a Israele, e manifestazioni di ebrei con slogan di odio contro gli arabi pronunciati da giovanissimi.

Un segnale di speranza, seppur doloroso, è l’aumento dei casi di suicidio tra i militari israeliani e la crescente diserzione tra i riservisti, con gravi ripercussioni personali per chi si rifiuta di combattere contro i palestinesi.

Infine, l’appello accorato di Susanna Bernoldi ha risuonato nella sala: «Fate conoscere quello che oggi avete visto con la mia testimonianza, promuovete il boicottaggio dei prodotti israeliani, manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese, perché aiutare chi lotta per la propria sopravvivenza, chi ha bisogno è un dovere di noi tutti, come diceva il fondatore dell’AIFO Raoul Follereau». Un invito a non restare indifferenti di fronte a una tragedia che si protrae da troppo tempo.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi