NUORO – Era un commando spietato e pronto a tutto, abile nel maneggiare armi e esplosivo di tipo militare, quello che lo scorso 28 marzo ha messo a segno la rapina milionaria al portavalori in provincia di Livorno. Nelle ultime ore gli undici rapinatori, otto dei quali sardi, sono stati arrestati dai Carabinieri nel corso di un’operazione denominata Drago, messa in campo tra Sardegna, Toscana, Lazio, Umbria e Emilia Romagna (TUTTI I DETTAGLI QUÌ).
Si tratta di Alberto Mura (1985), residente a Ottana; Antonio Moni (1979), domiciliato a Castelnuovo Val di Cecina; Francesco Palmas (1980) di Jerzu; Francesco Rocca (1978) di Orotelli; Franco Piras (1979) residente a Bari Sardo; Giovanni Columbu (1985) di Ollolai; Marco Sulis (1989) domiciliato a Villagrande Strisaili; Nicola Fois (1992) di Girasole; Renzo Cherchi (1986) residente a Irgoli; Salvatore Campus (1974) di Olzai e Salvatore Giovanni Antonio Tilocca (1980) di Ozieri, ma residente a Bottidda. È, invece, indagato a piede libero Antonio Stochino (1978) di Arzana: per lui il giudice ha rigettato la richiesta di misura cautelare del pm di Livorno; per loro l’accusa è quella di rapina pluriaggravata, furto aggravato, ricettazione, porto abusivo di armi da guerra, munizioni ed esplosivi.

Il portavalori distrutto nella rapina
Determinante per le indagini il contributo fornito agli inquirenti dai video girati da coloro che hanno assistito terrorizzati all’assalto, che hanno consentito di percorrere sin da subito la pista sarda, e gli errori degli stessi rapinatori, come il foglietto con alcuni numeri di telefono dimenticato nel casolare in cui è stata rinvenuta una delle auto utilizzata per il colpo, un telefono (cellulare del del tipo privo di connessione internet), una certa quantità di esplosivo. Si tratta di un colpo pianificato da mesi, il cui bottino, circa tre milioni di euro, non è stato ancora ritrovato.
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