Le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio sull’efficacia dei braccialetti elettronici hanno scatenato un’ondata di indignazione, soprattutto per il suggerimento di indicare “chiese e farmacie” come luoghi di rifugio per le vittime di violenza in attesa dell’intervento delle Forze dell’ordine.

Durante un intervento in Senato, Nordio ha espresso dubbi sull’effettiva capacità dei dispositivi di prevenire i femminicidi, sottolineando i limiti tecnici legati alla velocità dei mezzi di trasporto moderni. In questo contesto, ha suggerito che, in caso di allarme, le vittime potrebbero cercare protezione in luoghi come chiese e farmacie. Questa affermazione ha provocato una forte reazione da parte di associazioni per i diritti delle donne e dell’opposizione politica, che hanno accusato il Ministro di scaricare la responsabilità della sicurezza sulle vittime stesse.

“È inaccettabile che si suggerisca alle donne di rifugiarsi in chiese e farmacie come se fossero fortezze”, ha dichiarato una rappresentante di un’associazione femminista. “Il governo deve garantire la sicurezza delle donne, non addossare loro ulteriori oneri”. Anche l’opposizione ha espresso sdegno per le parole di Nordio, definendole “irresponsabili e fuori luogo”. “Il Ministro sembra ignorare la gravità del problema e la necessità di interventi concreti e immediati”, ha affermato un parlamentare.

Le polemiche hanno riacceso il dibattito sull’efficacia dei braccialetti elettronici e sulla necessità di un approccio più ampio e integrato per contrastare la violenza di genere, che includa misure di prevenzione, protezione e sostegno alle vittime.