Lavoro. Nuoro fanalino di coda in Italia per ore lavorate e consistenza delle retribuzioni

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Lavoro. Nuoro fanalino di coda in Italia per ore lavorate e consistenza delle retribuzioni

di Salvatore Novellu
domenica 11 Maggio 2025 - 08:38
Lavoro. Nuoro fanalino di coda in Italia per ore lavorate e consistenza delle retribuzioni

NUORO – La fotografia scattata dall’Ufficio studi della CGIA (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre sul panorama lavorativo italiano dipinge un quadro preoccupante per Nuoro, che si ritrova non solo tra le province con il minor numero di giorni lavorati all’anno, ma anche tra quelle con le retribuzioni più basse. Se al Nord si lavora in media 27 giorni in più rispetto al Sud, questa disparità si accompagna a divari salariali significativi, con Nuoro che sconta una doppia penalizzazione.

L’analisi della CGIA evidenzia come al Nord si registrino mediamente 255 giorni lavorativi annui, contro i soli 228 del Mezzogiorno. Questa differenza, come sottolineato, è attribuibile a una più elevata incidenza dell’economia sommersa nel Sud, che sottrae ore di lavoro dai conteggi ufficiali, e a una struttura del mercato del lavoro meridionale caratterizzata da maggiore precarietà, part-time involontario e stagionalità. Nuoro si colloca in fondo a questa graduatoria con una media di appena 205,2 giorni lavorati nel 2023, precedendo solo Rimini (212,5), Trapani (213,3), Foggia (213,5) e Vibo Valentia (193,3). Un dato che la pone ben al di sotto della media nazionale di 246,1 giorni.

Ma la criticità per il territorio nuorese non si ferma al minor numero di giornate lavorative. Parallelamente, si registra una retribuzione media annua tra le più basse d’Italia, con soli 14.676 euro nel 2023, i lavoratori di Nuoro si trovano nella parte inferiore della classifica salariale, superando solo Cosenza (14.817 euro) e Vibo Valentia (13.388 euro). La media nazionale si attesta invece a 23.662 euro. Questo dato evidenzia un divario salariale marcato rispetto alle province settentrionali, dove la maggiore intensità lavorativa e una più elevata produttività si traducono in stipendi più consistenti. Milano, ad esempio, primeggia con una retribuzione media annua di 34.343 euro, seguita da Monza-Brianza (28.833 euro) e Parma (27.869 euro).

La CGIA sottolinea come la retribuzione media giornaliera lorda nel 2023 fosse di 104 euro al Nord, contro i soli 77 euro del Sud, con una differenza del 35%. Questa disparità è strettamente legata a una produttività settentrionale superiore del 34% rispetto a quella meridionale.

La combinazione di un minor numero di giorni lavorati e di retribuzioni più basse pone Nuoro in una posizione di svantaggio significativo nel panorama socio-economico nazionale. Questa situazione riflette le difficoltà strutturali del mercato del lavoro locale, potenzialmente aggravate dalla presenza di un’economia sommersa che non solo sottrae risorse al sistema, ma non garantisce nemmeno tutele ai lavoratori coinvolti. È evidente la necessità di interventi mirati a livello locale e regionale per affrontare queste criticità. Politiche attive per il lavoro, incentivi all’emersione dell’economia sommersa, sostegno alla creazione di occupazione stabile e di qualità, e investimenti in settori ad alto valore aggiunto potrebbero rappresentare alcune delle leve per invertire questa tendenza negativa e offrire migliori prospettive economiche ai cittadini di Nuoro e dell’intera Sardegna.

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