“L’Italia finalmente raggiungerà il target” delle spese militari al 2% del Pil “nel 2025, perché c’è un governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare”. Così Giorgia Meloni durante il “premier time” al Senato, rispondendo alle domande dei senatori. Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia a raggiungere il target del 2% del PIL per le spese militari entro il 2025 (oggi la spesa è dell’1,5%), sottolineando che “la libertà ha un prezzo“. La premier ha enfatizzato la necessità di rafforzare le capacità difensive italiane ed europee, in linea con le responsabilità assunte in ambito NATO, e ha auspicato la costruzione di un “pilastro europeo della Nato” con una solida base industriale europea.

CALENDA – Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha però contestato la strategia del governo, definendola un “gioco delle tre carte” e citando le dichiarazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha evidenziato le carenze attuali del sistema di difesa italiano e la necessità di una deroga al patto di stabilità per adeguare le risorse. Calenda ha criticato l’idea di raggiungere il 2% del PIL attraverso “meccanismi di spostamento di poste di bilancio”, come l’inclusione delle pensioni dei carabinieri, definendola una manovra inaccettabile. “Un grande Paese non può pensare di prendere una posta, metterci dentro le pensioni dei carabinieri e dire di aver raggiunto il 2%”, ha affermato Calenda, chiedendo chiarezza e offrendo il supporto del suo partito in caso di un impegno serio.