
Protesta dei Cobas a Nuoro
Parallelamente, a Cagliari, sotto il Consiglio regionale, si è svolto un altro presidio dei Cobas, affiancato dalla presenza dei precari del settore scolastico, in lotta per ottenere la tanto attesa stabilizzazione.
Il cuore della protesta, comune alle due città, è un fermo dissenso verso diverse scelte del governo in materia di istruzione. Nel mirino dei Cobas ci sono in primo luogo i quiz Invalsi, definiti una “valutazione decontestualizzata e punitiva”, in antitesi con la valorizzazione delle differenze individuali e la personalizzazione dei percorsi formativi.
Altre critiche sono state mosse contro le nuove indicazioni ministeriali per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, giudicate eccessivamente focalizzate sulla “cultura nazionale come fondamento dell’identità”, senza sufficiente apertura alla multiculturalità e alla costruzione interculturale del sapere.
Un punto cruciale della mobilitazione riguarda il contratto nazionale, ritenuto “impoverente” per docenti e personale ATA, con aumenti salariali giudicati “ridicoli” rispetto all’inflazione e alla perdita del potere d’acquisto. A ciò si aggiunge la contestazione del “nuovo arruolamento” che prevede concorsi non più abilitanti, graduatorie ritenute poco trasparenti e non a scorrimento, e nomine gestite da un algoritmo.
Per quanto riguarda la situazione dei precari, la richiesta dei Cobas è chiara: l’immissione in ruolo per i docenti supplenti con almeno tre anni di servizio e dopo 24 mesi per il personale ATA.
La mobilitazione ha toccato anche temi come “lo sperpero delle risorse del Pnrr” destinate all’istruzione, il “dimensionamento” degli istituti scolastici e la riforma degli istituti tecnici e professionali.
A Cagliari, una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta nel corso della mattinata dalla commissione Cultura del Consiglio regionale per discutere delle problematiche specifiche che affliggono il sistema scolastico sardo. Tuttavia, il forte segnale lanciato oggi dai Cobas, con la protesta partita anche da Nuoro, evidenzia un malcontento diffuso e una richiesta urgente di un cambio di rotta nelle politiche per l’istruzione.
