A cinque anni dalla scomparsa Nuoro ricorda Nicola Porcu con nostalgia e riconoscenza

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A cinque anni dalla scomparsa Nuoro ricorda Nicola Porcu con nostalgia e riconoscenza

di Michele Pintore
domenica 04 Maggio 2025 - 10:15
A cinque anni dalla scomparsa Nuoro ricorda Nicola Porcu con nostalgia e riconoscenza

Nicola Porcu e il suo presepe (foto Gianni Marongiu)

NUORO – Il 4 maggio del 2020 la città di Nuoro è rimasta orfana di Nicola Porcu, indimenticata e insostituibile figura di cittadino dall’alto senso civico, memoria storica nuorese, appassionato fotografo, vicino al mondo dello sport, all’ambiente e alle tradizioni; fino agli ultimi giorni di vita attento e vigile custode del patrimonio artisticoarchitettonico cittadino.

Nicola se ne andato in un luminoso giorno di maggio di cinque anni fa e già si sente la sua mancanza. Manca il cittadino esemplare, il nuorese autentico, l’appassionato e attento custode di quella nuoresità contagiosa che ha fatto amare e conoscere la Nuoro più autentica anche negli angoli più nascosti. Manca l’attento osservatore, che dall’alto della sua esperienza di cittadino vigile e premuroso, notava l’evolversi di una città in modo a volte caotico e preoccupante, che rischiava di perdere la sua identità più genuina.

Nicola Porcu in una foto storica

Nicola Porcu in una foto storica

La sua era un’attenzione giornaliera, che iniziava prima dell’alba; mentre Nuoro era ancora immersa nel buio Nicola risaliva i tornanti del Monte Ortobene, attento alla viabilità stradale, al crollo di massi e alla caduta di eventuali alberi, attento alla pulizia delle fonti pubbliche, in particolare alla fonte di Milianu, a lui particolarmente cara. La visita giornaliera si concludeva sulla vetta del Monte, dove, dopo aver provveduto alla pulizia del parco, provvedeva a a quella dell’area intorno alla chiesetta di N. Signora del Montenero e quindi alla cura dei numerosi cani randagi che frequentavano la zona. Una cura particolare Nicola Porcu la riservava al monumento del Cristo Redentore, la grande statua simbolo di Nuoro di cui si sentiva geloso “custode”, e come tale del monumento conosceva tutto, perfino le misure: dai m 7,34 dell’altezza fino alla testa, agli 8,18 m fino alla croce, ai m 0,93 del viso, ai m 1,16 di circonferenza del collo ai m 0,64 del piede fino ai m 1,68 della gamba. E sempre del “suo” Redentore conosceva la storia del monumento, dalla sua progettazione fino al suo arrivo a Nuoro alla sua installazione sul Monte Ortobene, tutto questo grazie alla conoscenza che il giovanissimo Nicola ebbe grazie a notizie avute da anziani nuoresi che in quel lontano 1901 (anno di installazione del monumento) assistettero all’evento storico.

La scopa utilizzata da Nicola Porcu al Monte Ortobene

La scopa utilizzata da Nicola Porcu al Monte Ortobene

Ai felici ricordi della “sua” Nuoro del periodo giovanile, negli ultimi anni di vita si sovrapponevano quelli più recenti e tristi della vecchiaia, trascorsi prima nella Casa di riposo di Orotelli e in seguito nella Casa di riposo di Nuoro. Momenti che videro Nicola sempre attento osservatore e difensore della “sua” Nuoro, seppure a distanza. Fu determinante il suo appoggio morale quando, nel febbraio del 2017, dette al “Comitato Popolare cittadino” contro l’assurdo e contestato “Progetto Ziranu” e contro la proposta di mandare avanti i lavori da parte dal vescovo di Nuoro nonostante le forti disapprovazioni dei nuoresi, dei lavori di stravolgimento del presbiterio della cattedrale di Nuoro Santa Maria della Neve. Lavori oltretutto non in sintonia con lo stile architettonico dell’edificio e oltretutto gravato di spese ingenti; il tutto in netto contrasto con una Chiesa che predica contro lo spreco e contro la fame nel mondo, e a favore dell’accoglienza verso i poveri e i migranti.

Altra forte disapprovazione da parte di Nicola e del comitato cittadino, fu l’insensata chiusura da parte degli ultimi vescovi di Nuoro, Marcìa e Mura, ai riti religiosi (dopo oltre quattro secoli), della chiesetta di Valverde, tanto cara al suo vecchio amico, monsignor Ottorino Alberti, con cui l’infaticabile Nicola collaborava per tenere efficiente la località ai piedi del Monte Ortobene, tanto cara ai nuoresi. Così amaramente, il vecchio Nicola Porcu affidava ai versi in limba la sua disapprovazione per la cancellazione di un pezzo indimenticabile di storia e tradizione nuorese (usando nello scrivere la sua immancabile k): Kin sos piscamos nugoresos non b’at appellu, ca imprean semper su matessi pesu; innantis kin Mosè su maurreddinu, a pustis kin Antoneddu su Bortigalesu. Nikola.

L’INTERVISTA A NICOLA PORCU DEL 2018

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