Nuoro si prepara ad un appuntamento elettorale cruciale, l’8 e 9 giugno, dove i cittadini saranno chiamati a scegliere il futuro della loro città. Un vento di cambiamento soffia, alimentato dalla crescente insofferenza verso il “trasformismo” politico, una pratica che, secondo le parole dell’avvocato Irene Melis candidata consigliera, assieme a Michele Biancu, in lista PD è diventata il marchio di fabbrica della democrazia italiana.
“Perché meravigliarsi davanti al trasformismo, ormai divenuto il marchio di fabbrica della democrazia italiana? Il funzionamento dei processi del sistema Italia, spesso, si é affidato a tale costume. Perché negarlo?” si chiedono Melis e Biancu, sottolineando come questa pratica abbia permeato la politica nazionale, trasformando nemici in amici e viceversa, in un’arena priva di ideali e valori identitari.
L’appello è chiaro: basta con le furbizie e i compromessi che servono solo a realizzare obiettivi personali, lontani dall’interesse generale. Si auspica un cambiamento positivo, una maggiore trasparenza nei processi di individuazione dei futuri amministratori, espressa con forza attraverso una scelta di campo netta.
Il “campo largo”, con il candidato sindaco Fenu, emerge come l’alternativa a questa deriva. Si rifiuta un’élite politica che si nasconde dietro un finto civismo, una coalizione di “Giolittiana memoria”, flessibile e priva di identità ideologica. Nuoro ha bisogno di una forza politica coraggiosa, orgogliosamente antifascista, riformista e progressista.
L’ombra della “deriva orbaniana” incombe, con le forze del centro-destra accusate di voler realizzare una democrazia illiberale, simile a quella turca o ungherese. Le forze che sostengono il governo Meloni, e che si presentano sotto mentite spoglie nella coalizione civica “Alleanza per Nuoro”, sono viste come artefici e complici di questa deriva liberticida.
L’appello finale è un monito: “Ricordiamoci che non vogliamo ‘Proconsoli Romani’ bensì Amministratori responsabili che applicchino scelte proprie. Ricordiamoci che non intendiamo diventare una colonia Meloniana”. Nuoro è chiamata a dare un segnale forte e importante, scegliendo il campo largo e respingendo il trasformismo e la democrazia illiberale
