Gestione dell’acqua. Coldiretti a ENAS: “Lo spreco non è nei campi ma nelle infrastrutture fatiscenti!”

Salvatore

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Gestione dell’acqua. Coldiretti a ENAS: “Lo spreco non è nei campi ma nelle infrastrutture fatiscenti!”

giovedì 13 Febbraio 2025 - 14:47
Gestione dell’acqua. Coldiretti a ENAS: “Lo spreco non è nei campi ma nelle infrastrutture fatiscenti!”

La diga sul Govossai (foto S.Novellu)

Coldiretti Sardegna esprime “stupore e grave preoccupazione” per le dichiarazioni dell’amministratore unico di ENAS (Ente Acque della Sardegna), che ha indicato il settore agricolo come uno dei maggiori responsabili degli sprechi d’acqua.
L’associazione di categoria precisa che “Gli agricoltori sono in prima linea nel risparmio idrico e investono in tecnologie per una gestione efficiente della risorsa, così come i consorzi di bonifica, composti dagli agricoltori stessi, garantiscono un controllo rigoroso della risorsa idrica e lavorano per ridurre gli sprechi. I veri sprechi si trovano nelle infrastrutture obsolete, dove il 50% dell’acqua si perde prima di arrivare agli utenti. È inaccettabile che molte dighe sarde scarichino milioni di metri cubi di acqua in mare invece di conservarla”.

Coldiretti rivolge all’ENAS dieci domande chiave:

  • Lo sa l’amministratore di ENAS che l’acqua utilizzata è pagata per l’irrigazione non è “sprecata”, ma torna nel ciclo naturale, contribuendo alla ricarica delle falde e alla conservazione del suolo?
  • Lo sa che il principale problema di dispersione idrica non è l’agricoltura ma sono le condotte colabrodo che perdono il 50% dell’acqua?  Da chi sono gestite?
  • È a conoscenza che i campi irrigati producono cibo che aiuta l’ambiente come per esempio un campo di mais che cattura 50 tonnellate di CO₂ o un vigneto 14, dimostrando il valore ambientale dell’agricoltura?
  • Lo sa che i Consorzi di Bonifica stanno investendo ingenti somme dei propri consorziati, quindi agricoltori, in risparmio idrico e in attività di riduzione delle perdite?
  • Quali interventi straordinari sta facendo Enas o si stanno pianificando per ridurre le perdite di acqua nelle condotte e reti irrigue?
  • Perché nel 2018, un anno di grandi piogge, solo il sistema del Flumendosa ha scaricato in mare quasi 50 milioni di metri cubi di acqua che oggi sarebbero fondamentali per l’isola?
  • Lo sa che lo scorso anno a causa della siccità e il mancato ricorso al sistema idrico sono andati persi 5 mila ettari di terreni irrigati e coltivati nel solo Sud Sardegna e quest’anno rischiamo lo stesso?
  • Lo sa in termini economici cosa vuol dire perdere 5 mila ettari di produzioni in un solo anno e quali conseguenze disastrose ci sono per la produzione del cibo per la collettività?
  • È consapevole che se non si interviene adeguatamente, il perdurare di questa situazione porterà alla chiusura di tante aziende? Può immaginare il costo sociale che ne conseguirebbe in termini di minore occupazione e mancata manutenzione del territorio?
  • Cosa si sta facendo per portare gli invasi alla loro massima capacità e sfruttare tecniche come le laminazioni dinamiche o il riutilizzo delle acque reflue? Dobbiamo affidarci alla danza della pioggia o finalmente ci si deciderà a investire in infrastrutture adeguate?

Coldiretti conclude che gli agricoltori fanno la loro parte e che chi gestisce gli enti pubblici deve fare altrettanto, senza scaricare responsabilità su chi produce cibo e tutela il territorio.

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