CAGLIARI – Circa 3800 persone secondo i comitati, 2000 per la Questura. Grande manifestazione a Cagliari questa mattina per dire no alla speculazione energetica. L’appuntamento era alle 10 in piazzale dei Centomila, dove il corteo è partito alla volta del palazzo della Regione in via Roma.  «Una manifestazione molto sentita e molto partecipata, siamo soddisfatti» ha detto Marco Pau del comitato Su Entu Nostru.  «Ormai i sardi hanno tutti gli strumenti per informarsi circa quello che sta succedendo con la speculazione energetica e oggi si è vista ancora più partecipazione rispetto alle prime manifestazioni». Le richieste fondamentali sono state due:  «La prima è un intervento deciso della presidente Todde sui 37 cantieri che sfuggono alla moratoria, fino ad arrivare anche all’esproprio di questi cantieri; poi chiediamo un Consiglio regionale straordinario insieme ai comitati e alle associazioni, in cui si pongano le basi per un’azione collettiva, anche a costo di un contenzioso con lo Stato». Sempre per Su Entu, anche Antonio Muscas è sulla stessa linea.  «Todde deve intervenire anche sugli impianti che lei dice non essere bloccabili. Può farlo, ma serve un atto forte. Può requisirli per legge, deve intervenire, la politica non deve essere fatta da burocrati». Ma non è solo la politica regionale nel mirino della contestazione:  «Vogliamo sapere cosa stanno facendo i parlamentari sardi contro la speculazione energetica. Bisogna aprire un contenzioso con lo Stato non solo per quanto riguarda il decreto Draghi, ma anche per la legge 387 del 2003 nella quale si definiscono le energie rinnovabili un settore strategico. Questo è stato il grimaldello che ha permesso la nascita del decreto Draghi e del più recente decreto Fratin, che ha ristretto ulteriormente il tempo per l’approvazione dei progetti. Ora vale il silenzio assenso. Immaginate cosa vuol dire per i piccoli comuni sardi, dove il personale è pochissimo, esaminare una mole di progetti così grande in tempo utile. Non ce la fanno e per gli speculatori è gioco facile».