Nuoro. È passato inosservato il 156° anniversario dei moti de Su Connottu: una pagina di storia e di riscossa nuorese

Salvatore

Nuoro. È passato inosservato il 156° anniversario dei moti de Su Connottu: una pagina di storia e di riscossa nuorese

di Michele Pintore
mercoledì 15 Maggio 2024 - 06:00
Nuoro. È passato inosservato il 156° anniversario dei moti de Su Connottu: una pagina di storia e di riscossa nuorese

Un momento della ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

NUORO – È passata inosservata, in un silenzio assordante, la data del 26 aprile 2024, data che quest’anno ricordava ai nuoresi il 156° anniversario dei tragici moti popolari de Su Connottu; una data, che si sperava invece rimanesse impressa nella storia cittadina. Recuperata dall’oblio grazie a un laborioso lavoro di ricerca di Michele Pintore e Gianfranco Conti, nel 2018, in occasione della ricorrenza del 150° anniversario, si auspicava che da allora in poi lo storico avvenimento diventasse nel tempo un appuntamento annuale da ricordare e tramandare ai posteri.

LIBERAZIONE – DIE DE SA SARDIGNA – EDITTO DELLE CHIUDENDE – L’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo del 25 aprile e quella del 27 aprile che ricorda la cacciata dei Piemontesi dall’Isola (Sa Die de sa Sardigna) hanno, purtroppo, contribuito a far passare in secondo piano la storica ricorrenza nuorese del 26 aprile; ricorrenza che spesso viene confusa (anche da parte di molti cultori di storia locale e dai media) con un’altra storica pagina di storia sarda, legata ugualmente alla gestione comunitaria del territorio e a tragici fatti di lotta per il possesso della terra, fonte di lavoro e sopravvivenza, il cosiddetto “Editto delle chiudende” del 6 ottobre 1820. Bisogna fare una netta distinzione tra i due fatti storici: l’“Editto delle chiudende” fu un tentativo da parte di Vittorio Emanuele I di incrementare l’attività agricola in Sardegna, permettendo a privati cittadini, che ne avessero la possibilità, di recingere vasti appezzamenti di terreno da adibire a tale attività. I risultati, anche per causa dei tentativi non sempre legali e onesti di applicare la legge, portarono a violente proteste, sommosse popolari e conseguenti abbattimenti dei muri dei terreni recintati (Tancas serradas a muru…).

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

I MOTI DE SU CONNOTTU – I moti de Su Connottu furono, invece, la dura conseguenza dell’applicazione della legge del 23 aprile 1865, n. 2252, che autorizzava i comuni all’abolizione degli usi e dei diritti di ademprivio e di cussorgia, e la conseguente messa in vendita al migliore offerente, entro 3 anni (23 aprile 1868, in caso contrario sarebbero intervenute le R. Prefetture) dei terreni comunali gravati da usi civici “essenziali”, come pesca, caccia, ghiandatico legnatico e pascolo. Nel caso del Comune di Nuoro, l’argomento riguardava terreni quantificati in circa ha 1.000, ricadenti nel Monte Ortobene, limitrofi all’abitato di Nuoro, ed in circa ha 3.000 nel “salto” di Sa Serra a confine con Orani, Benetutti e Orune. L’applicazione della legge fu conseguenza di proteste e gravi disordini da parte della cittadinanza.

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

24-26 APRILE 1868 – A Nuoro, venerdì 24 aprile 1868, una piccola folla di donne prese d’assalto la Sottoprefettura, nel disperato tentativo di un intervento del sottoprefetto Giovanni Pes di San Vittorio per una revoca del provvedimento legislativo ormai in scadenza. Il funzionario tentò di placare gli animi esasperati congedando le donne con parole rassicuranti ma queste promisero di scendere in piazza con gli uomini la domenica successiva, 26 aprile. In città la tensione era alta, si respira già aria di sommossa. Dopo un ennesimo tentativo andato a vuoto, presso la Sottoprefettura, Pasqua Zau (al secolo Pasqua Selis), una decisa e determinata popolana nuorese, con accanto la figlia Tonina, alla testa di una turba di trecento disperati prese d’assalto il palazzo Martoni (sede del comune di Nuoro), nell’allora via Margherita (attuale via G. P. Chironi 5), brandendo una bandiera fatta di stracci e al grido di “A su connottu!… torramus a su connottu!“. La folla si fermò vociante davanti all’edificio pubblico, quando una certa Tonia Ormena, una energica popolana armata di scure, imprecando abbatté il portone centrale dell’edificio comunale. A questo punto la folla esasperata fece irruzione nel palazzo, mise quindi a soqquadro gli uffici comunali, bruciando e distruggendo tutta la documentazione relativa ai piani di lottizzazione dei terreni comunali messi in vendita. La sommossa si concluse purtroppo con l’arresto dei responsabili. Furono infatti mandati a processo sessantanove cittadini: dieci di questi furono imputati, con l’accusa di essere stati promotori e istigatori di saccheggio, guasti e danni commessi nella casa municipale; cinquantanove furono invece i cittadini accusati di reati di saccheggio e danni commessi volontariamente. Gli imputati vennero inviati a processo alla Corte d’Appello di Cagliari. Ci si rese conto da subito, che tuttavia la sommossa, in fondo era stata una “guerra di poveri in lotta per la sopravvivenza”. E in quello spirito intervenne il deputato sardo Giorgio Asproni. Il parlamentare, infatti s’impegnò decisamente presso l’allora ministro guardasigilli Gennaro De Filippo, per fare ottenere agli imputati il decreto di amnistia. Il regio decreto venne infine firmato da Vittorio Emanuele II il 29 novembre del 1868.

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

Palazzo Martoni, sede del Comune di Nuoro ai tempi de Su Connottu (foto S.Novellu)

1969. LA RIVOLTA DI PRATOBELLO  – A dimostrazione che in Sardegna, nel tempo, è stata sempre presente la lotta dei cittadini contro lo Stato per la difesa dei territori a forte vocazione agro-pastorale, nei giorni caldi tra il 19 e il 26 giugno del 1969, si verificarono i tumultuosi fatti di lotta che interessarono la comunità di Orgosolo, noti come la “Rivolta di Pratobello”, eventi, che a distanza di un secolo (101 anni per l’esattezza) dai tragici moti de Su Connottu del 26 aprile 1868, sfociarono in una unanime protesta di popolazione a cui veniva sottratto parte del territorio comunale, fonte di lavoro e sostentamento sopratutto per i meno abbienti. Certo, dal 1868 al 1969 i tempi erano cambiati, ma l’obbiettivo era rimasto sempre attuale. Nel 1868 infatti, la lotta era stata contro la stato, che nel 1865, varando la Legge 2252 autorizzava i singoli comuni a mettere in vendita (al migliore offerente) i territori comunali; nel 1969, la lotta, sempre contro lo stato, invece era dovuta dal fatto che lo stesso avesse occupato per usi specificamente militari (campi di addestramento e poligoni di tiro) vaste aree del Supramonte orgolese, con conseguente obbligo di sgombero nei confronti dei pastori ivi stanzianti.

Orgosolo Due immagini della rivolta di Pratobello, 1969 (foto Adriano Mordenti)

Orgosolo Due immagini della rivolta di Pratobello, 1969 (foto Adriano Mordenti)

CHI ERA PASKA ZAU – Paska Zau (soprannome di Paska Selis) nacque a Nuoro il 16 giugno del 1808, da Sebastiano Selis e Elena Mele. All’età di 20 anni, il 10 ottobre del 1828, sposò Salvatore Guiso-Brotzu, 23 anni, nato a Nuoro e ivi deceduto nel 1856. Dallo loro unione, Guiso-Selis, nacquero numerosi figli (diversi morirono prematuramente e alcuni nacquero da parti gemellari): Maria Rosa nel 1832, Mariantonia nel 1833, Valerio nel 1835, Elena nel 1838, Sebastiana nel 1840, Maddalena nel 1840, Francesco (nato morto) nel 1842, Francesco* nel 1843, Antonio nel 1843, Giovanni Antonio nel 1845 e Rosa nel 1848. Paska morì alle ore 7,00 del 31 gennaio del 1882, in uno freddo mattino d’inverno, nella sua casa in via delle Conce (attuale Via Azuni) a Nuoro. Se ne andò così la coraggiosa e battagliera eroina che scosse gli animi dei poveri nuoresi per ribellarsi a un grave stato di povertà e ingiustizia. Al momento della morte, Paska aveva dunque 75 anni, anche se i registri della Curia vescovile nuorese riportano che morì all’età di “circa ottant’annni, segno evidente di una esistenza consumata da fatiche, dolori e grandi avversità della vita. Gli attuali eredi nuoresi discendono dal ramo di Francesco Guiso*, che sposò Luigia Floris e con lei diede alla luce Salvatore Guiso, che a sua volta sposò Maria Grazia Angotzi. Dal loro matrimonio nacque Luisa Guiso, che andò in sposa a Antonio Pala e da questi nacque Domenico Pala, che sposò Antonietta Arcogiese, da cui discendono gli attuali eredi di Paska Zau.

LA RIEVOCAZIONE STORICA DEI MOTI DE SU CONNOTTU:

L’INTERVISTA A MICHELE PINTORE:

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