CPR Macomer. La Garante dei detenuti chiede al comitato UE per la tortura di intervenire sulla situazione dei migranti

Franceschino Nieddu

CPR Macomer. La Garante dei detenuti chiede al comitato UE per la tortura di intervenire sulla situazione dei migranti

lunedì 05 Febbraio 2024 - 12:50
CPR Macomer. La Garante dei detenuti chiede al comitato UE per la tortura di intervenire sulla situazione dei migranti

Macomer, i locali che ospitano il CPR (foto Cronache Nuoresi)

La garante dei detenuti per la Sardegna, Irene Testa dopo aver effettuato un sopralluogo nei giorni scorsi al CPR di Macomer chiede al Comitato Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa di interessarsi della situazione degli ospiti della struttura trattati come detenuti. Lo fa attraverso una lettera scritta al presidente Alan Mitchell, chiedendogli di visitare le strutture detentive isolane e anche il centro di permanenza per il rimpatrio in provincia di Nuoro, struttura che fino al 2014 era una casa circondariale costituita da due sezioni, una delle quali riservata ai terroristi islamici.

Nel documento la Testa rileva che:  “nonostante gli sforzi del personale addetto alla gestione, incaricato dell’accoglienza dei trattenuti sono presenti numerose preoccupanti criticità, come la presenza di migranti che non dovrebbero stare in un CPR”.

“Al momento della visita c’erano trentotto ospiti, a breve il numero è destinato a raddoppiarsi con l’organico del personale non adeguato alla gestione -scrive la Testa e ribadisce – non si svolge alcuna attività per gli ospiti”. L’aumento del periodo di permanenza fino a diciotto mesi per persone che non hanno commesso alcun reato, trattenute in condizioni peggiori che in carcere non è accettabile.  Inoltre gli ospiti non possono usare il cellulare, hanno a disposizione un telefono con scheda, considerando che la maggior parte sono nullatenenti e poveri gli è impedito ogni contatto con i famigliari e l’esterno”.

I CPR non sono mai stati graditi non solo nell’Isola ma in tutta Italia: numerose manifestazioni si sono  svolte nel capoluogo del Marghine, come in altre città della penisola,  c’è stata la nascita di comitati di solidarietà ai trattenuti come nel tempo sono state numerose le denunce sulle condizioni  inumane di vita all’interno di queste strutture e  gli appelli per la  loro chiusura.

F. Nieddu

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