In viaggio sul Temo alla scoperta delle meraviglie di Bosa

Sonia

In viaggio sul Temo alla scoperta delle meraviglie di Bosa

mercoledì 16 Agosto 2023 - 02:00
In viaggio sul Temo alla scoperta delle meraviglie di Bosa

Escursione in battello sul Temo (foto S.Novellu).

di Sonia Meloni

BOSA – Il fiume Temo fa parte del DNA dei bosani, e non è solo una risorsa turistica ma un bene rispettato e da tutelare. E sul Temo si praticano diverse attività, in particolare escursioni in canoa e SUP e gite in battello, che impegnano gli operatori turistici da aprile a ottobre con utenti provenienti da tutto il mondo.

IL TEMO – Il fiume Temo è l’unico fiume navigabile della Sardegna. Percorribile per circa 6 km dalla foce fino alla Chiesa di San Pietro extra muros, nasce dal monte Calarighe, a Villanova Monteleone dove, nel suo corso più alto, prende il nome di “riu Làcanu”. Nei pressi di Monteleone Roccadoria il suo corso è sbarrato dalla diga del Monte Airadu ed è proprio da qui che prende il nome di Temo. Tra Pozzomaggiore, Padria e Montresta, accoglie poi le acque di alcuni torrenti e, superata la seconda diga, quella di Monte Crispu, il corso d’acqua attraversa l’abitato di Bosa e scorre fino alla foce, a Bosa Marina.

Escursione in canoa sul Temo (foto S.Novellu)

In canoa sul Temo (foto S.Novellu)

LA VALLE DEL TEMO –  La presenza del fiume conferisce una connotazione particolare all’antico borgo di Bosa. Da una parte si specchiano sulle sue acque le facciate delle alte case del centro storico, che in genere conservano al piano terra i magazzini dei pescatori, e dall’altra quelle tipiche con tetto a spiovente delle antiche concerie, dove si utilizzava l’acqua del fiume per la lavorazione dei pellami, attività dismessa da tempo e oggi ottimo esempio di archeologia industriale.

Andando verso la foce, in direzione di Bosa Marina e dell’Isola Rossa, l’acqua del Temo fluisce fino al livello del mare. Le sue acque sono salate dalla foce fino alla chiesa di San Pietro per poi divenire via via salmastre e poi dolci. I flussi e i reflussi delle maree permettono non solo al fiume di ossigenare l’acqua ma di ospitare diverse varietà di pesce: orate, spigole e cinque varietà di muggini e anguille. San Pietro extra muros fu cattedrale della diocesi di Bosa ed è una delle più antiche chiese romaniche della Sardegna, eretta per volere del vescovo Costantino de Castra, tra il 1053 e il 1073. La navigabilità del Temo si interrompe nel tratto immediatamente successivo alla chiesa per la presenza dei basamenti di un antico ponte romano ormai crollato. Le campagne intorno all’alveo del fiume, rese fertilissime dal limo depositato nel corso delle sue esondazioni, sono ideali per la coltivazione dell’olivo e di colture orticole, in particolare dei carciofi e dei pomodori. Vi nidificano tra gli altri l’airone cinerino, il martin pescatore e varie specie di rapaci, rendendo unica la fauna del territorio di Bosa, dove sussiste una colonia di un’ottantina di grifoni, l’unico avvoltoio sopravvissuto tra quelli originariamente presenti in Sardegna, dislocata alle pendici dei rilievi che costeggiano la litoranea che da qui conduce fino ad Alghero.

Escursione in battello sul Temo (foto S.Novellu)

Due soci della società Malesh sul Temo (foto S.Novellu)

ESPLORARE IL TEMO –  Le modalità di esplorazione del Temo sono molteplici ma le più suggestive sono a bordo delle canoe, che possono essere affittate sia ai piedi del Ponte Vecchio sia a Bosa Marina, oppure in battello. Nel primo caso ci si può addentrare verso la campagna, raggiungendo la chiesa di San Pietro, oppure verso l’estuario; i più audaci possono anche uscire in mare e costeggiare le meravigliose calette del litorale bosano fino a capo Marrargiu, passando per S’abba druche, Tintizzos e Torre Argentina. Il battello “Galleggerò sempre e comunque“, invece, gestito dalla società Malesh, effettua escursioni su appuntamento alle 19’00 di ogni sera. Noi abbiamo scelto quest’ultimo e ve lo raccontiamo.

Ci si imbarca dal Ponte Vecchio, dove la nostra guida nonché uno dei soci, Davide Cadoni ci illustra con dovizia di particolari il suggestivo percorso dall’estuario ai resti del ponte romano dove il Temo non è navigabile. Il turista quindi può apprezzare la città e le sue campagne da prospettiva insolita. I colori caldi della luce del tramonto, poi, amplificano i meravigliosi colori delle case del rione medievale Sa Costa, che costeggiano il colle su cui sorge il castello che fu dei Malaspina.

Escursione in battello sul Temo (foto S.Novellu)

Escursione in battello sul Temo (foto S.Novellu)

I FLUSSI TURISTICI – A Bosa l’attività turistica in battello inizia ad aprile, con le scolaresche e i turisti del Nord Europa, mentre in estate i turisti arrivano da tutto il mondo e alternano gite in barca, in battello o canoa. Ad agosto ci sono anche le famiglie di emigrati sardi che tornano per trascorrere qualche periodo di vacanza nell’Isola e non mancano di trascorrere una giornata a Bosa. Il periodo in cui si lavora maggiormente è quello a cavallo di Ferragosto fino a tutto settembre. A ottobre, nonostante il prolungamento della stagione, gli operatori lavorano soprattutto con i grandi gruppi turistici che arrivano anche attraverso le agenzie di viaggio e tour operator.

A prescindere dal Temo, che da un valore aggiunto al borgo, Bosa è una meta turistica ambita tutto l’anno dove tradizione e modernità si fondono all’insegna della buona cucina, soprattutto a base del pescato locale, della pregiata malvasia, uno dei vitigni sardi più apprezzati, e dell’artigianato, coi suoi gioielli in filigrana e corallo, i manufatti nel caratteristico filet.

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna – Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio

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