L’apertura del centro intermodale di viale Trieste è legato alla definizione di alcune pratiche burocratiche. Lo spiega l’assessore comunale dei Lavori pubblici, Fabrizio Beccu: «Abbiamo dato mandato per il censimento di una parte delle superfici sui quali sorge l’impianto. Sinora, infatti, sono state erroneamente considerate come agricole – aggiunge Beccu – mentre si tratta, invece, di spazi demaniali». I lavori di costruzione dell’infrastruttura sono terminati ormai da mesi.
Il complesso è nato per mettere a sistema il trasporto ferroviario con quello su gomma, sia pubblico e sia privato. L’intervento è costato oltre 6 milioni di euro, assegnati al Comune dalla Regione, nell’ambito di un programma generale che ha visto la realizzazione in Sardegna di 9 centri intermodali, uno per ognuna delle otto province in attività sino a qualche lustro fa. E il nono per la cittadina di Macomer, che costituisce uno snodo fondamentale nell’attività di trasporto nell’isola.
Il centro intermodale di Nuoro comprende un’area inferiore, attraversata dai binari per il treno, la littorina che collega la città con Macomer. E, poco distante, gli stalli per i pullman del trasporto regionale. Entrambi i servizi sono gestiti dall’ARST. Avranno spazi nella stessa zona anche i bus dell’ATP (l’azienda del trasporto urbano), proprio per consentire l’interconnessione tra le diverse modalità di trasporto. Nello stesso piano è stata realizzata un’area commerciale, con biglietteria, sala d’attesa e punto di ristoro. Il piano soprelevato, alla stessa altezza della carreggiata di viale Trieste, contiene invece i posti per la sosta delle auto private e il giardino. Saranno le stesse due aziende titolari del servizio con i bus, ARST e ATP, a gestire stalli e posteggi.
Come spiega ancora l’assessore Beccu: «Gli uffici stanno predisponendo le pratiche per le convenzioni con le due società di trasporto. Chiusi questi adempimenti, compreso quello del censimento – spiega ancora Beccu – potremo finalmente aprire le porte al centro intermodale». Finirà in quel modo un’opera infrastrutturale che va avanti da 16 anni, complicata sia da noie burocratiche, sia dai problemi finanziari a carico di una delle imprese appaltatrici. Nel 2006 la Regione aveva assegnato il finanziamento iniziale, di 2 milioni e 800mila euro. Fondi per il primo lotto. I lavori inizieranno quattro più tardi, per concludersi nel 2012. In quel momento arriva però il primo intoppo. Ma talmente complicato che per riaprire il cantiere si dovranno aspettare cinque anni. Si riparte nel 2017. Disponibili per il secondo lotto altri 4 milioni. Ma questa volta prima di chiudere i lavori, c’è il fallimento dell’impresa. Tanto da rendere necessario un nuovo appalto, due anni fa, che comunque porta a conclusione l’opera costruttiva. Nel 2022 gli ultimi interventi dei mezzi meccanici per eliminare il costone di terra, sotto il muro di viale Trieste, che poteva costituire un pericolo per l’attività di trasporto.
Sul tempo esatto di apertura del centro, in municipio oggi si evita ogni previsione, se non altro almeno per scaramanzia, visto che sono stati troppi i rinvii, per poter essere certi che tutto sia finito. Ma, verosimilmente, l’attesa durerà qualche mese. Tra i vantaggi anche la fine dell’utilizzo come capolinea, per i pullman dell’ARST, del vecchio deposito di viale Sardegna. Trent’anni fa, dopo la demolizione dell’edificio sotto i giardini di piazza Vittorio Emanuele, era diventato stazione, ma senza averne i servizi e la dignità.
Francesco Pirisi
