NUORO. Come ogni anno, a gennaio, sono partite le iscrizioni per la scuola primaria e, i genitori lavoratori si sono trovati ad affrontare un problema inaspettato, quello di iscrivere i propri figli al cosiddetto “tempo prolungato“. La richiesta per questa tipologia di frequentazione scolastica, infatti, anche quest’anno è stata enorme e le quattro sezioni cittadine hanno raggiunto tutte il numero massimo di iscritti e alcune hanno addirittura hanno iscrizioni in esubero.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE – Questa la situazione in città per l‘Anno scolastico 2023-2024: Biscollai – classe piena; Furreddu – superato il limite di iscritti, data l’iscrizione di due bambini con disabilità, quindi la classe dovrà essere da venti bambini nonostante i 28 iscritti; Istituto Ferdinando Podda – anche qui classe da 20 alunni per via di una disabilità, nonostante gli iscritti siano 34; Calamida – al momento gli iscritti dovrebbero essere “solo” 15 e quindi ancora ha qualche posto disponibile.
I GENITORI – «Con questi numeri – spiega una mamma – ci ritroveremo ad avere oltre venti famiglie che, con buona probabilità, si troveranno a dover rinunciare a sfruttare l’opportunità del tempo prolungato. I numeri ci sono, e sarebbe, dunque, possibile attivare un’ulteriore sezione, cosa che è stata chiesta, ad esempio, al Podda, per quanto poi non sia stata concessa, non è chiaro se dal Provveditorato o dalla Regione».
Nel 2023 le famiglie con entrambi i genitori lavoratori è praticamente la norma, e il numero di domande di iscrizione al tempo prolungato pervenute ne è il segnale evidente. In città, e non solo, le famiglie alla disperazione sono numerose.
«Per l’ennesima volta – prosegue il genitore – si mettono in difficoltà più di 20 famiglie legate a orari lavorativi di entrambi i genitori che superano quelli del tempo scolastico “normale”, che saranno così costrette a ricorrere a servizi extrascolastici a pagamento, come ludoteche o babysitter. Questa situazione non può e non deve essere ignorata, le istituzioni non possono chiudere gli occhi e fare finta di non vedere, e lo Stato non può costringerci a spendere fior di soldoni per “sistemare” i nostri piccoli con servizi extra scolastici mentre siamo al lavoro. Si parla tanto di calo demografico, e ancora ci si chiede il perché? Dove sono gli incentivi alle famiglie?».
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