Caro bolletta: In Sardegna a rischio chiusura 25mila imprese con 73mila addetti

Sonia

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Caro bolletta: In Sardegna a rischio chiusura 25mila imprese con 73mila addetti

martedì 13 Settembre 2022 - 11:08
Caro bolletta: In Sardegna a rischio chiusura 25mila imprese con 73mila addetti

In Sardegna a rischio chiusura 25mila imprese con 73mila addetti. Gli artigiani sardi chiedono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali.

Lai e Serra (Confartigianato Sardegna): « Le nostre imprese sono in bolletta. Toccati tutti i settori che, se va bene, rischiano un lungo stop produttivo».

La folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità rallenta ma non si ferma. E lo sanno bene le oltre 25mila imprese artigiane della Sardegna, con i loro 73mila addetti, pari a oltre il 24% degli occupati delle imprese del settore, che rischiano una pesantissima frenata produttiva se non una fermata definitiva.

La drammatica crisi del comparto è stata rilevata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna che in un rapporto evidenzia l’impatto sempre più vasto e pesante dell’impennata dei costi
energetici sulle aziende di 43 settori.

«Possiamo dire che siamo veramente in bolletta – commentano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – le nostre stime dicono infatti che nell’Isola sono a rischio 25.299 piccole e medie imprese, con 73.373 addetti (il 24,7% degli occupati delle imprese) di 43 settori”.

«Servono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti – continuano Presidente e Segretario – artigiani e piccoli imprenditori sardi hanno già pagato oltre 425 milioni di euro in più negli ultimi 12 mesi e la cifra rischia di raddoppiare a 850 milioni entro fine anno. Cifre pesanti come macigni sul futuro delle aziende che, oltre a pagare le conseguenze della guerra in Ucraina, subiscono le fragilità della nostra politica energetica».

Le attività più esposte alla minaccia del lockdown energetico e addirittura della chiusura sono quelle energy intensive: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo.

Ma i rincari dei prezzi dell’energia fanno soffrire anche altri 16 comparti manifatturieri in cui spiccano il tessile, la lavorazione del legno, le attività di stampa, la produzione di accumulatori elettrici e di apparecchi per uso domestico, di motori e accessori per auto, la fornitura e gestione di acqua e rifiuti.

Secondo l’analisi di Confartigianato Sardegna, gli effetti del caro-energia non risparmiano il settore dei servizi, con 17 comparti sotto pressione a causa dell’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti. Si tratta del commercio di materie prime agricole e di prodotti alimentari, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive come piscine e palestre, parchi di divertimento, lavanderie e centri per il benessere fisico. A questi si aggiungono i settori del trasporto colpiti dall’aumento del costo del gasolio: dal trasporto merci su strada ai servizi di trasloco, taxi, noleggio auto e bus con conducente, trasporto marittimo e per vie d’acqua. I rischi si
estendono anche alla logistica, con attività come il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti che subiscono pesanti rincari delle bollette per le attività di refrigerazione delle merci deperibili.

«Abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo la massima pressione locale, regionale e nazionale – riprendono Lai e Serra – per ottenere sia la riduzione del prezzo del gas che interventi pubblici per abbattere i costi in bolletta. Siamo di fatto in “guerra”! Ci aspettiamo quindi risposte adeguate da un Governo che gestisce 1.000 miliardi di spesa annuale pubblica e vanta un credito di 1.100miliardi di credito erariale. C’è lo spazio per recuperare quanto serve per confermare e potenziare le misure già attuate da questo Esecutivo»

Confartigianato Sardegna per questo chiede e propone l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga e l’ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per
le imprese non energivore e non gasivore.

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