Nonostante le alte temperature questa mattina a Cagliari tante persone hanno partecipato alla manifestazione a Cagliari in difesa della Sanità pubblica davanti all’omonimo assessorato indetta dall’USB.
Per garantire il diritto alla salute e alle cure servono più assunzioni, stabilizzazioni, internalizzazioni dei servizi, scorrimento delle graduatorie e potenziamento degli ospedali pubblici. Sono queste le richieste del sindacato e non solo richieste ribadite dal sindacalista Gianfranco Angioi: «Chiediamo un passo indietro all’Assessore Nieddu, perché il suo è stato un completo fallimento. In alcuni reparti il rapporto è tra un infermiere per ogni 30 pazienti e un medico per ogni 40 ricoverati. In alcune terapie intensive si arriva a 4 pazienti per ogni infermiere, l’ultimo atto di questo processo di smantellamento della sanità pubblica è la chiusura del Pronto Soccorso al CTO di Iglesias» Situazione quest’ultima già denunciata sabato scorso con un comunicato firmato da Claudia Zoncheddu della Rete Sarda per la Difesa della Sanità Pubblica.
L’USB poi manda un messaggio inequivocabile al presidente Solinas: «dichiarare lo stato di emergenza sanitario regionale, per mettere in campo le Forze armate e la Croce rossa e fare fronte alle visite ordinarie e straordinarie».Da qui la richiesta del sindacato alla Regione perché vengano emanate le linee guida per stabilizzare il personale reclutato con l’emergenza Covid e che ha maturato i 18 mesi.«Poi ci sono quelli che hanno maturato 36 mesi e hanno i requisiti previsti dalla legge Madia – continua Angioni – ma la Regione ha posto il vincolo del 50% idonei. Certo, servono anche risorse economiche: almeno 5 mln di euro” . Infine un appello perché venga verificata “la legittimità di avere assegnato i posti letto Covid alle diverse strutture non Covid: non ci sono stanze separate, e personale non ha indennità specifiche. Bisogna intervenire».
F.Nieddu